Categoria: Politica


  • L’Assemblea della discordia

    L’Assemblea della discordia

    Piccolo commento su quello che si è concluso ieri: chiamarla Assemblea Nazionale mi sembra a dir poco inutile, forse offensivo per le vere assemblee decisionali, in cui il rispetto verso la politica e verso il proprio gruppo sono così alti che non ci si sogna nemmeno di assentarsi in momenti di così grande importanza, soprattutto quando si sa che per determinate decisioni c’è bisogno del numero legale. Ma questo in altri tempi, in altri luoghi e in altri partiti, eccetto l’altro ieri e ieri, l’Italia e il PD. Giusto per dire.

    Ho ascoltato con molta attenzione gli interventi dei quattro candidati alla Segreteria nazionale e a parte varie sfumature, alcune più condivisibili di altre, ritengo che siano stati gli unici momenti più interessanti della due giorni.

    La logica dei 101 franchi tiratori è stata metabolizzata nel DNA del Partito Democratico e l’assenza ingiustificata e ingiustificabile di tutti quei delegati che ha fatto mancare il numero legale, ne è l’esempio. Una logica di boicottaggio e di ostruzionismo, manipolati da chi siede in prima fila.

    Rinviare alla Direzione Nazionale la modifica del Regolamento, a parte questioni puramente organizzative, simboleggia la voglia di circoscrivere il dibattito sul Congresso alla Direzione e non all’Assemblea e quindi ad una parte ristretta di persone. Mi chiedo se questo possa essere ancora il Partito Democratico.

    Giusto per sottolineare un altro piccolo particolare, in realtà non tanto piccolo: non posso non pensare ai canali sotterranei di quest’Assemblea Nazionale, in cui scorrevano logiche correntiste e diatribe tra capibastone. Non per fare il moralista, ma se non si è giunti all’appuntamento di ieri con delle regole condivise e pronte per essere presentate e votate, credo che ci sia una volontà, alla base o peggio ancora una incapacità da parte dell’attuale classe dirigente del partito di mettere giù le armi e lavorare per definire le regole che condizioneranno non solo il prossimo rinnovo della segreteria, ma l’intera linea politica e il futuro del PD.

    Divisione dei ruoli? Sì o no? Nel documento definitivo non approvato (per ragioni di cui sopra) dall’Assemblea, è riportata una modifica che cancella la dicitura, all’art. 3 comma 2, del Segretario come candidato naturale del partito alla Presidenza del Consiglio. Verrà approvata? Sì o no?

    Aspettiamo la Direzione Nazionale del 27 settembre. Aspettiamo. Ancora.


  • Sul lavoro giovanile che manca

    Sul lavoro giovanile che manca

    Siamo a Largo Castello Carlo V, a Monopoli, all’apertura della Festa dei Giovani Democratici della Provincia di Bari.

    Stiamo parlando di lavoro giovanile e dell’enorme percentuale di ragazzi disoccupati (circa 37%).

    Giusto perché si capisca che oltre alle minacce del PdL e al dibattito interno in vista del congresso nazionale del PD, il tessuto sociale ha bisogno di essere sostenuto e rivitalizzato.


  • Che poi Venezia è come l’Italia

    Che poi Venezia è come l’Italia

    Continuano le proteste contro la navigazione, nel Canal Grande di Venezia, delle navi da crociera.

    È una questione di priorità: c’è chi preferisce non rinunciare allo sfarzo della vista esclusiva che un crocerista ha quando dalla nave osserva la Laguna e chi invece preferisce salvarla, Venezia.

    Ma oltre che una questione di priorità, direi che è una questione genetica, proprio da italiani: se possiamo sfruttare qualcosa per raggiungere obiettivi conclamati, in questo caso il turismo e la sua ricchezza, perchè dar peso alla cura di quel qualcosa. In questo caso Venezia subisce, ogni giorno, violenze ambientali di ogni genere.

    Non sarebbe più giusto creare una sorta di Area C in centro a Venezia? Evitare che navi del genere arrivino fino al cuore della città? Costa molto ormeggiare fuori dalla laguna e raggiungere Piazza San Marco, ad esempio, con dei battelli? Che saranno mai una ventina di battelli tutti insieme, a nave? E dodici crociere in un giorno? Sono poche? E quelle diciotto che si attendono per questo fine settimana?


  • Coincidenze

    Coincidenze

    Quando si dice il caso. #101


  • Il dilemma del voto segreto

    Il dilemma del voto segreto

    Tutti indignati. Pare che l’Italia stia vivendo un tragico risveglio da un incubo quasi infinito.

    Ma ci rendiamo conto che il vero problema, in questo momento, non è tanto “Berlusconi sì-Berlusconi no” quanto la necessità di rendere il voto sulle persone – che per legge è segreto – palese, pur di scongiurare un possibile cambio di tendenza da parte dei parlamentari?

    Sono allibito per molte ragioni, la prima in assoluto è che se i partiti hanno difficoltà ad essere certi delle scelte dei loro gruppi parlamentari, vuol dire che c’è un distacco insormontabile tra leader e parlamentari, la seconda, che si giunga a questo proposito (la modifica del regolamento, intendiamoci) a ridosso della votazione sulla decadenza di Berlusconi, con un annuncio da parte del Presidente Grasso di una possibile modifica del regolamento, mandando in frantumi il ruolo di garante del Presidente del Senato. Ma sono sciocchezze, direbbero alcuni.

    Sia chiara una cosa: Berlusconi fuori dal Senato diventerebbe il simbolo di un Paese che ha avuto un sussulto di dignità e civiltà ma, se per renderlo realtà, c’è bisogno di porre i riflettori sulle dita dei deputati e senatori e capire chi e cosa votano, beh, lasciatemelo dire, non è una vittoria del Paese, ne tantomeno della politica. Sarebbe l’ennesimo risultato ottenuto per ragioni puramente personali, di sopravvivenza e di salvezza del singolo parlamentare che “non si prenderebbe nessuna responsabilità” in caso di voto palese.

    Il voto segreto è un dilemma. Ma tutto sommato questo è un problema che ci accomuna, visto che, nel giorno della conclusione del recupero della Costa Concordia, ricordo tanto i vari annunci da parte della classe politica e non solo, in cui si diceva che a distanza di pochi giorni si sarebbe avviato il procedimento per la rimozione. Oggi è 17 settembre 2013, la Concordia si schiantò il 13 gennaio 2012.


  • Resoconto dell’incontro con l’Assessore Trasporti della Regione Puglia

    Resoconto dell’incontro con l’Assessore Trasporti della Regione Puglia

    Abbiamo appena concluso l’incontro con l’Assessore regionale ai trasporti della Regione Puglia, l’Avv. Giovanni Giannini.

    Durante la discussione abbiamo discusso del problema e illustrato le ragioni della petizione che abbiamo lanciato più di una settimana fa.

    L’Assessore ci ha spiegato le ragioni di tale aumento, che non è discrezionale, ma basato su una Legge Regionale, la 18/02, che impone l’adeguamento tariffario agli indici d’inflazione ISTAT, oltre che per clausole contrattuali con le aziende.

    Il danno sarebbe stato erariale per la Regione, se questo non fosse stato attuato, e soprattutto non sarebbe stato sostenibile a causa di esigue risorse pubbliche e con la morsa del patto di stabilità sempre presente (un vero problema di tutte le amministrazioni).

    Oltre la questione legislativa a cui attenersi, l’Assessore Giannini ci ha spiegato che nel corso dei prossimi mesi verrà programmato il piano dei trasporti richiesto dallo Stato e il piano triennale dei trasporti per attingere dai finanziamenti europei 2013/2020 le risorse per incrementare e migliorare i servizi di trasporto pubblico.

    Sul miglioramento dei servizi, la Regione tornerà a lavorarci a pieno ritmo subito dopo le programmazioni, aprendo un tavolo di concertazione con le categorie interessate, compresi, ovviamente, gli studenti. Noi ci saremo.

    Questo è l’impegno preso: parteciperemo al tavolo di concertazione per porre il problema e trovare una soluzione idonea alle esigenze dei pendolari, con l’obiettivo di migliorare i servizi, in modo adeguato rispetto alle tariffe, avviando, inoltre, la discussione su un nuovo sistema di erogazione di abbonamenti innovativo. Vi chiediamo pazienza, il nostro primo obiettivo l’abbiamo raggiunto: far sentire la voce dei pendolari, ora attendiamo che la politica faccia il suo corso. Siamo fiduciosi, l’Assessore si è dimostrato molto disponibile a discutere e a trovare soluzioni condivise.


  • Sull’aumento delle tariffe

    Qui il movente è politico. Dalla delibera regionale ne esce un quadro politico non indifferente, che ci porta inevitabilmente a scontrarci con chi ha autorizzato questo aumento tariffario. Spiego le ragioni di tale protesta, penso di poterlo fare a nome di tutti.

    Dal documento qui sotto trovate le motivazione che hanno portato la Giunta Regionale ad aumentare le tariffe: in poche parole, adeguamento agli indici inflazione ISTAT, che oggi ammonta a 7,3% d’inflazione. Questo ha portato ad un aumento di tutte le tariffe di tutti i trasporti pubblici locali, non solo delle Ferrovie Sud Est.

    Fin qui niente di nuovo ma la questione, come abbiamo detto poco fa, è politica: non si può pensare di aumentare le tariffe del trasporto pubblico in un momento in cui, non solo le famiglie sono ancora piegate dalla crisi, ma chi usufruisce del treno o del trasporto pubblico di lunga percorrenza sono studenti, studenti medi e studenti universitari che, comunque, appartengono alle famiglie di cui sopra e che fanno i conti con le spese dei libri e delle tasse universitarie (giusto per ricordarvi che la tassa regionale è magicamente raddoppiata, ma questa è un’altra storia).

    Se c’era una volontà politica chiara, nel voler evitare che i pendolari si addossassero ulteriori spese, oggi non saremmo in questa situazione: per giunta all’aumento dei costi non c’è stato, come è ben chiaro a tutti, un miglioramento dei servizi (vi sfido a prendere posto alle 12 o alle 13 da Bari Centrale, di ritorno dall’università).

    Vi terremo aggiornati sulla vicenda e, magari, non appena concludiamo la raccolta firme (dobbiamo raccogliere minimo 5000 adesioni) andremo a fare visita all’Assessore Regionale ai Trasporti, Giovanni Gannini, con il quale capiremo le soluzioni a tale problema e per rendervi partecipe, sarà una “intervista” video che pubblicheremo poco dopo.

    Continuate a firmare su Change.org e fate girare, perchè l’unione fa la forza e questo è più che scontato.

    change-org

    PS: se vi interessa scoprire di quanto è aumentato il vostro biglietto, ecco a voi la tabella generale.


  • FSE, aumentano i costi e diminuiscono i servizi

    Le Ferrovie del Sud Est, compagnia di trasporti che collega con canale ferroviario e automobilistico il Sud Est della Puglia, recentemente, ha aumentato le tariffe dei biglietti per le tratte ricoperte, su scala chilometrica.

    L’aumento varia: dal 10% ed anche più di costi aggiuntivi che si riversano nelle tasche dei passeggeri i quali, peraltro, fanno i conti con un servizio che lascia, a volte, desiderare, con pochi vagoni nelle ore di punta.

    Se, ad esempio, 3.90€ erano già abbastanza per andare da Noci a Bari, ora 4.20€ non sono di certo un’insalata e non oso immaginare gli altri passeggeri provenienti da altri paesi limitrofi e più distanti rispetto al capoluogo.

    A Putignano, dove il biglietto costava 2.60€ (singolo viaggio), ora costerà 3.50€ e così via, a seguire per le varie fasce chilometriche.

    Si può minimamente pensare di aumentare i costi del biglietto in un momento di così tanta difficoltà per le famiglie?

    Intanto firmiamo questa petizione.

    change-org