Da un po’ di giorni, si discute della nuova legge elettorale. Mi chiedo se si stia raggiungendo un bipartitismo o un minestronismo. Me lo chiedo da un po’ di tempo.
Ottenere, dal nuovo disegno di legge elettorale, presentato dal tandem PD-FI, un sistema di sbarramento che distrugge completamente la rappresentanza dei piccoli partiti, scongiurando, di fatto,la frammentazione del Parlamento in tanti piccoli spicchi difficili d’assemblare, se non per interessi personali dei loro leader, puzza un poco.
C’è chi crede che i partiti di Alfano, Salvini, Meloni, Storace e compagnia bella, rimarranno quelli di oggi e, forti del loro carattere, si scaglieranno contro un muro in pieno giorno. No, non credo sarà così, credo che il disegno costruito sulla legge elettorale e la mancanza delle preferenze, sia opera di Berlusconi e del suo rilancio politico, presentando, a mio avviso, due scenari possibili, alle prossime elezioni.
Scenario 1 – I piccoli partiti del centrodestra si riuniscono con Forza Italia, promettendo percentuali di rappresentanza in Parlamento ai gruppi minoritari, tutti sotto l’ala protettrice di Berlusconi, il quale un po’ di la, un po’ di qua, potrebbe dare filo da torcere al PD di Renzi, in termini percentuali.
Scenario 2 – I partiti più piccoli, coerentemente con i loro valori, si coalizzano e formano una grande federazione, con simbolo unico, che racchiude FdI, Lega, NCD. Mi chiedo, però, come possano convivere Lega e NCD insieme, perciò ritengo questo scenario improbabile al 99,5%.
Tutto questo, sia chiaro, sulla base di una legge elettorale che delle preferenze non fa la sua battaglia. Qualche giorno fa, mi sono espresso negativamente nei confronti di queste, ritenendo ridicoli gli annunci, da parte di una fetta della classe politica, a mo di slogan per farsi belli e carini. Ritenengo, la libertà di scrivere il nome del candidato, un segnale politico forte, di controllo maggiore da parte del territorio, di un peso triplicato del singolo voto, ma che potrebbe essere facilmente controllato da logiche a noi non sconosciute e che, chi ha avuto almeno un’esperienza di campagna elettorale, sa della grande presenza in molte parti d’Italia, soprattutto al Sud.
Ritengo fondamentale il ritorno ad un sistema elettorale capace di rendere il parlamentare al servizio del territorio e non delle segreterie. Ritengo fondamentale slegare i deputati e senatori dalle logiche del voto di gruppo, basato sulla volontà del leader di turno o per non scontentare qualcuno. Bisogna porre fine a questo orribile teatrino.
La soluzione migliore credo sia quella dei collegi uninominali, in cui ci sono determinati nomi e i cittadini possono scegliere, liberamente, se votare un candidato, anziché un altro.
Sarebbe un sacrilegio? Certo che no! Voglio vedere se un collegio si ritrovi un Minzolini, un Capezzone, un Fioroni o un chi so io! Verrebbero presi a pesci in faccia!
Chiediamo le preferenze per poter scegliere i nostri rappresentanti al Parlamento, ma siamo realmente un Popolo per le preferenze? Siamo tra i Paesi più corrotti al mondo e crediamo che la soluzione al decadimento sia di dare in pasto ai corruttori le Istituzioni. SBAGLIATO!
Ci ho riflettuto abbastanza questi giorni, sulla legge elettorale, doppio turno, andata e ritorno, spagnola, francese e tedesca. Non starò qui a sindacare, aspettiamo di sapere ulteriori notizie dalla Direzione nazionale di oggi pomeriggio e su come si svilupperà la vicenda nei prossimi giorni.
Non scriverò, qui, un post contro il sistema o, peggio ancora, contro la classe politica. Sarebbe scontato e forse noioso. La toccherò di striscio, ma la toccherò comunque.
Tutti vogliono tornare alle preferenze, per scegliere il proprio rappresentante in Parlamento. Idea nobilissima che ho sposato sin dall’inizio, senza indugi. Oggi, però, mi ritorna alla mente un dubbio, acceso dalle parole di Iaia Calvio, nel comizio di denuncia contro la caduta della sua Amministrazione, ma soprattutto da esperienze vissute, in prima persona, durante le elezioni amministrative.
Vogliamo scrivere il nome sulla scheda elettorale e non sappiamo neanche essere cittadini degni di tale possibilità, di tale potere.
Vi chiedo: cosa succederebbe se venissero ripristinate le preferenze e alle prossime elezioni il nuovo sistema elettorale entrasse in funzione?Ognuno può rispondere commentando questo post, io vi dico questo: clientelismo allo stato puro.
Sapete cosa comporterebbero le preferenze? Andrebbe in fumo ogni possibilità per chi non ha fondi sufficienti per poter competere contro coloro, invece, che di soldi ne hanno e ne spendono tanto in campagna elettorale e che trovano nella disperazione della gente lo strumento migliore per poter comprare voti con una 50€ o una ricarica telefonica. Lasceremmo la politica nelle mani dei ricchi. Questa storia deve finire, ancor prima di incominciare.
Se vi dico questo è perché ho vissuto sulla mia pelle vicende di questo genere, anche più insignificanti rispetto ad un’elezione al Parlamento.
I candidati corrompono e la gente si lascia corrompere. Mi dispiace dirlo, ma è così ed ogni sussulto di orgoglio da parte vostra lo capirò, ma lo respingerò al mittente, perché noi siamo ciò che vogliamo essere e non abbiamo mai avuto intenzione di migliorare e di cambiare come Popolo.
Crediamo che l’unica soluzione ai nostri problemi sia quella di bacchettare la classe politica. Sbagliato.
La classe politica ha centinaia di migliaia di colpe e dovrebbe essere presa a calci nel culo, senza distinzione di sesso, razza e stelle. Chi è immobile merita di tornare a casa e di rimuginare sui propri fallimenti e chi pensa che criticare sia già abbastanza, deve essere scaraventato in una casa di cura psichiatrica e rendersi conto del grande spreco di forze che c’è nel criticare e nel non mettere in pratica le proprie ragioni.
Non siamo un Popolo per le preferenze, noi meritiamo che qualcuno decida per noi e, certo, che quel qualcuno si assuma le sue responsabilità. Suppongo che, se l’incapacità degli eletti non fosse stata tale da far infuriare l’opinione pubblica e se le segreterie dei partiti fossero state più illuminate, non ci troveremmo in questa situazione.
Posso dire che la situazione attuale all’interno del PD è tale da poter benissimo controllare uno per uno chi si candida alla Camera e al Senato e sbattere la porta in faccia agli opportunisti e ai doppiogiochisti. Servono partiti illuminati, per poter realmente cambiare questo Paese.
Prima di ripristinare le preferenze, dobbiamo ripristinare noi stessi e cambiare cultura e stile di vita, non fare i furbi o lasciarci comprare dal politico mafioso che viene a chiederci il voto in cambio di soldi.
In un Paese con un Popolo orgoglioso e sveglio, quell’individuo ora starebbe in carcere, mentre in Italia siedono nei Consigli Comunali, Provinciali, Regionali, al Parlamento nazionale e al Parlamento Europeo. Decidono per noi e contro di noi, per loro e i loro amici. Iaia Calvio non ha detto niente di nuovo, ma ha scoperchiato un pezzo d’Italia, del Sud, denunciando.
Ecco, non ci meritiamo di scegliere. Forse, non ancora.
Molti la definiscono la “nuova giovanile” del Partito Democratico, con le sue incoerenze e particolari modalità di democrazia interna. Ecco chi sono i FutureDem, ai raggi X, semplicemente partendo dal loro Statuto nazionale.
Oggi, Giulio Del Balzo, vice-presidente dei FutureDem (organizzazione politico-culturale, nata sulla spinta dell’ascesa nazionale di Matteo Renzi) cerca di dare consigli (sette, per la precisione) ai Giovani Democratici. Nel mio piccolo, voglio rispondergli, ma lo farò non come semplice “botta e risposta” ma analizzando l’organizzazione da cui provengono queste, legittime, sia chiaro, proposte.
Ho dato uno sguardo allo Statuto e al Regolamento elettorale dei FD, che trovate qui, direttamente collegato con il loro sito FutureDem.it. Nelle citazioni, dove, tra parentesi c'è "ndr" trovate commenti miei ai singoli casi in esame.
Il post di Del Balzo, precisa:
È un’associazione politico-culturale autonoma e indipendente dal Partito Democratico, che, però, non evita affatto di dialogare con tutte le realtà che ritiene importanti per lo sviluppo e la promozione del Paese. […]
Chi di noi è iscritto al PD o ai GD si sta già impegnando per portare avanti le nostre idee in questi organismi, ma la scelta appartiene a loro (quindi ognuno si assume le proprie responsabilità, ndr).
Coerentemente con quanto detto, i FutureDem hanno provveduto a scrivere, nella bio del loro profilo Twitter, diversamente.
Siamo giovani, Democratici, con la passione per la buona politica. Lavoriamo per rinnovare il #PD e promuoviamo un progetto liberale per il futuro dell’Italia.
Tralasciando questo piccolo particolare e tornando alla questione di fondo, la prima proposta parla dell’abolizione delle tessere GD.
1- abolizione delle tessere GD. Manteniamo invece i circoli locali e rendiamoli luoghi di aggregazione tematici, affinché i giovani che intendono partecipare possano iscriversi e finanziare direttamente il circolo. Organizziamo assemblee regionali tra i responsabili di circolo e selezioniamo i rappresentanti nazionali con primarie aperte.
Abolire, di fatto, le tessere dei Giovani Democratici, comporterebbe, la scomparsa dei GD, in quanto soggetto interno al PD e che, secondo la Carta di Cittadinanza dell’organizzazione, essere tesserati, significa essere tesserati al PD, salvo diverse indicazioni da parte dell’iscritto sul modulo del tesseramento.
La presenza di una tessera non è da considerare come una chiusura da parte della giovanile, poiché, anzi, è uno strumento utile, necessario, per avvicinare le giovani generazioni alla vita di partito, non solo per questioni prettamente economiche – la tessera dei GD costa solo 5€, mentre quella del PD, ha un costo minimo di 15€ – ma per una questione di appartenenza, come del resto funziona per ogni organizzazione, compresa quella dei FutureDem, come specificato nell’art.5 del Regolamento elettorale.
2- cambiamo la terminologia, basta usare la parola “segretario”, sostituiamola con “coordinatore” o “responsabile”. La parola circolo deve prevalere sulla più tradizionale “sezione”, eredità del retaggio verticistico comunista. Vorrei una piattaforma giovanile aperta e orizzontale, un soggetto politico nuovo e attrattivo.
All’art.2 dello Statuto, i FD si ritengono liberali di sinistra. Nulla in contrario a tutto ciò, ognuno è libero di descriversi come vuole, ma viene facile pensare che la richiesta n.2 di Del Balzo sia dovuta ad una tendenza lontana dall’essere di sinistra, nell’aver paura a chiamare le cose con il proprio nome e mettendosi il fazzoletto sul naso quando si parla di certi argomenti.
I FutureDem su questo ci hanno lavorato giorno e notte e, da quanto risulta dall’art.10 Statuto, il “vecchio” segretario con annessa segreteria, direzione, ecc. lasciano il posto a: presidente, vicepresidente, direttore, tesoriere, coordinatori territoriali e…rullo di tamburi…soci fondatori.
L’elezione del presidente e del suo vice, avviene un po’ all’american style: con un ticket “candidato presidente e candidato vicepresidente” e chi raggiunge più voti come coppia, vince. Ma un aspetto interessante si cela dietro l’art.1 comma 2 Regolamento elettorale:
[…] In caso di parità di voti, risulta eletto il ticket con il candidato Presidente più grande di età.
Un aspetto, questo, in controtendenza rispetto alla stessa proposta fatta dal vicepresidente Del Balzo, esattamente la n.5
5- Abbassiamo l’età per i ruoli di responsabilità nella giovanile a 25 anni. I più giovani devono essere subito messi alla prova e responsabilizzati. È impensabile che anche nella giovanile i piccoli debbano “attendere il loro turno” perché alcuni trentenni non riescono a trovare spazio nel partito dei grandi.
Sull’argomento “soci”, vorrei soffermarmi un attimo. All’art.4 Statuto, si parla di una divisione “classista” (chiedo scusa per il termine troppo comunista) degli associati: socio ordinario è colui che ha “dai 14 ai 35 anni di età che si impegnano a pagare, per tutta la permanenza del vincolo associativo, la quota annuale[…]”, poi c’è il socio fondatore, cioè colui che è stato presente durante l’atto fondativo dell’associazione e conserva, nel suo “piccolo”, privilegi, quasi da Ka$ta. Infatti, all’art.24 Statuto, i soci fondatori hanno una carica “a vita“, cioè fino a quando l’organizzazione esiste, essi sono e rimangono soci fondatori e, secondo lo stesso articolo, al 2° comma, “decidono insindacabilmente (sic), entro trenta giorni dalla presentazione del ricorso, sulle decisioni di espulsione e sui dinieghi di ammissione” (in termini tecnici, hanno la funzione di collegio dei garanti, ma quello è elettivo, con cadenza biennale). Cosa succede in caso di eccessivo sforamento di età dei soci fondatori non è dato sapere. I FutureDem, da quanto riportato dallo Statuto, se avranno vita lunga, potranno trovarsi dei soci fondatori di sessant’anni.
Ma cosa sono questi “dinieghi di ammissione”? Lo Statuto, all’art.5 dice
L’ammissione dei soci ordinari è deliberata, su domanda scritta del richiedente e controfirmata dal Coordinatore Territoriale, dal Consiglio direttivo, nella persona del Direttore (una sorta di coordinatore di segreteria, con delega al radicamento, ndr). Contro il rifiuto di ammissione è ammesso appello, entro 30 giorni, al collegio dei soci fondatori.
Quindi, accedere ai FD non è facile, c’è un iter burocratico più complesso di quello che ti trovi in banca quando vai ad aprire un conto corrente. Per non parlare dell’attestazione da parte dei genitori per i minorenni (su quest’ultimo io ci vedo una difficoltà di fondo: ma sapete quanti ragazzi fanno politica contro la volontà dei genitori? Io ne conosco parecchi e sono tutti in gamba, ma una domanda mi affligge: può la partecipazione ad un’associazione politico-culturale di un ragazzo, essere sottoposta ad approvazione genitoriale? Dov’è la libertà? Dov’è l’art.18 della Costituzione Italiana?).
L’ordinaria e straordinaria amministrazione dell’organizzazione, la svolge il Consiglio Direttivo (negli ambienti comunisti verrebbe chiamato “segreteria” o “esecutivo”, ma è un’altra storia). Composto da soli 7 membri che, stando all’art.1 comma 5 Regolamento elettorale, sono ripartiti tra i trombati alle elezioni presidenziali (è come una municipalizzata, in un certo senso) e i candidati a tale organo, su basi proporzionali ai voti presi come liste.
Detto questo, come può Del Balzo, proporre, dalla sua posizione, le primarie aperte per le elezioni dei responsabili nazionali, quando la sua organizzazione ha un verticismo da capogiro?
Alla terza proposta
3- investiamo su un network giovanile online, dove possano essere consultate le best-practices e iformat utilizzati in altri circoli, dove vengano caricati percorsi di formazione online, sull’esempio degli Young Democrats of America. Apriamo contemporaneamente una piattaforma di crowdfunding, affinché tutta la giovanile e privati cittadini possano finanziare i progetti più interessanti proposti dai giovani del PD. Troveremmo i soldi per far partire delle vere campagne nazionali, che raggiungano direttamente gli 8 milioni di giovani italiani, anziché limitarci a condividere delle grafiche carine sulla pagina Facebook nazionale, raggiunta oggi solo da cinquemila persone.
non ho intenzione di dare nessuna risposta, semplicemente perché Tania Ruffa, sempre su Ateniesi, ha spiegato per filo e per segno quali sono state le iniziative dei GD a livello nazionale, che portano le “grafiche carine sulla pagina Facebook nazionale” ad un passo verso lo zero assoluto, in termini di importanza, anche se la comunicazione è importante.
Alla quarta proposta, il numero 2 dei FutureDem dice:
4- Valorizziamo progetti formativi a lungo termine. Consentiamo ai nostri giovani di fare stage a fianco dei sindaci e degli assessori. Elaboriamo un nuovo modello di politica che consenta di portare a termine gli studi e di apprendere l’inglese ai nostri ragazzi, perché è diffusa la tendenza a premiare chi, al posto di studiare, preferisce trascorrere tutto il giorno al circolo.
Non è questo lo spirito giusto. Noi non dobbiamo essere degli “aspiranti politici”, che fanno “stage” come se la politica fosse un lavoro e ci fosse bisogno di un’assunzione e del praticantato, ma noi siamo già tra i sindaci e gli assessori, perché molti di noi sono sindaci o assessori o consiglieri comunali. Un modello di politica che consente di portare a termine gli studi c’è già ed è la buona volontà e un minimo di organizzazione personale degli impegni, aprendo al concetto di delegazione degli incarichi e delle responsabilità, già presente nel DNA dei Giovani Democratici. Se poi uno preferisce passare il tempo al circolo o da qualche altra parte, sono fatti suoi, ma di certo è sul campo che si vede la capacità di saper amministrare. Lo dico da ragazzo impegnato al 100% in politica e nel partito, che è un democratico 24h/24 e, soprattutto, in regola con gli studi.
Sulla quinta proposta mi sono soffermato più sopra.
6- Facciamo più iniziative che coinvolgano i giovani esterni al partito, e che li rendano interessati alla politica. L’obiettivo non dev’essere quello di tesserare le persone, bensì di farle partecipare.
Da questa proposta si evince la scarsa conoscenza della giovanile da parte di Del Balzo. Come ho già detto nello scorso post, la giovanile va analizzata nel suo complesso prima di affermare che certe cose funzionano in un determinato modo. È un po’ come leggere un libro: non puoi dire che un libro fa schifo solo dalla copertina. Del Balzo si faccia un tour tra i circoli del Paese e veda come le iniziative ci sono e il tesseramento non è per niente contemplato.
7- Guardiamo all’Europa. Andiamo a costituire una federazione insieme alle altre giovanili progressiste europee. Se non ci mostriamo all’avanguardia, se non abbiamo il coraggio di innovare e se non anticipiamo le mosse del Partito Democratico, non abbiamo senso di esistere.
I Giovani Democratici fanno parte di una federazione europea ed hanno anticipato di gran lunga il Partito Democratico, visto che quella federazione è la Young European Socialists, la federazione europea dei giovani socialisti. Dieci passi in avanti rispetto al PD che ancora controbatte sul suo posizionamento in Europa, che ha visto Fioroni minacciare il partito di andar via, se quest’ultimo dovesse entrare nel PSE (mi auguro avvenga subito, così prendiamo due piccioni con una fava,). L’adesione ai Socialisti Europei è un passaggio dovuto per il Partito Democratico e deve essere fatto senza riserve e senza condizionali.
Perciò, sempre nel mio piccolo, dico grazie per le proposte, ma non sono cose che non avevamo preso già in considerazione o già messe in pratica. Come ho avuto modo di dire più volte, ci sono, in diverse parti d’Italia, situazioni difficili all’interno dei GD, ma in una grande organizzazione questi problemi sono all’ordine del giorno e vanno affrontati, di petto, però, da un’organizzazione così in contrasto con i principi del partito e della sua giovanile, soprattutto per le cariche di responsabilità, io farei attenzione, se permettete, caro Del Balzo, soprattutto quando le tue proposte sono in netta incoerenza con quanto i FutureDem, di cui sei vicepresidente, attuano quotidianamente.
Guardiamo dentro casa nostra, prima di criticare quella degli altri. La coerenza prima di ogni altra cosa.
Il PD non sa dove mettere la faccia, o così sembra. In realtà pare si vergogni di vergognarsi di ciò che sta accadendo a due ministri del governo di cui è principale azionista.
Il Ministro all’Agricoltura De Girolamo è stata intercettata mentre usciva le “balls of steel” – caratteristiche di questo governo (stando alle dichiarazioni del suo Primo Ministro) – su una vicenda che toccava il presidio ospedaliero di Benevento. Non starò qui a raccontare il fatto, se volete leggetelo qui, ma la faccenda mi interessa sul piano prettamente logico-politico-morale. Non so se sono stato chiaro, o volete che metta qualche altro trattino e continui?
In un paese normale, quale non è l’Italia, in casi del genere, un ministro si dimette incondizionatamente e presa a calci nel culo viene spedito a casa o agli arresti, cosa più che giusta, visto che è del pubblico che si sta parlando e della salute di tantissime persone.
Non è banale quello che dico, soprattutto se relazionato alle dichiarazioni di Alfano dove bollava le intercettazioni come “illegali”. Dopo aver dato un buffetto potenziato ad Angelino sulla guancia e messo a dormire, la domanda sorge spontanea: c’è qualcuno che crede ancora a questa storia delle intercettazioni come attacco alla privacy? Lo vorrei sapere, perché credo che se questo è il risultato: W le intercettazioni! Se ascoltare una telefonata di un ministro porta a scoprire cose di questo genere, io credo che sia solo un modo come un altro di considerare questo strumento d’indagine utile per smascherare delle sottospecie di boss, maschi o femmine che siano non ha importanza.
Parlavo di Alfano prima, sì. Ora sta dormendo, il buffetto era più che potenziato, ma l’ha combinata grossa. A “Che tempo che fa” di Fabio Fazio parla di unioni civili e immigrazione e come una scarica di diarrea butta tutto fuori e ne dice di paroloni. Conclude la sua intervista con un tweet
Ecco, dopo questi due esempi, dovremmo vergognarci, noi del PD, chiedere non solo le dimissioni dei due ministri (quello che sta dormendo, è persino vice-premier) ma porre fine a questo governo, e andare alle elezioni. Un altro giorno con Alfano e la De Girolamo non so se riuscirei a resistere.
Stamattina ho letto un articolo fresco di giornata, comparso su Ateniesi.it (la community-blog dei sostenitori di Matteo Renzi), a cura di Dario Ballini. Parla dei Giovani Democratici e di come siano ormai il fallimento, ennesimo, del Partito Democratico pre-Renzi, un fallimento, dice Dario, “tecnico” e “politico”. Proverò a confutare questa tesi con la mia esperienza e ciò che ho potuto vedere e tastare con mano in questi anni di militanza, all’interno del PD e della sua giovanile.
I Giovani Democratici hanno uno scopo ben preciso all’interno del Partito Democratico, uno scopo che molte volte si è allontanato dalla visione collettiva, ma che rimane viva in molti, ogniqualvolta qualcuno tenta di dissuadere la giovanile per soddisfare proprie ambizioni e/o interessi personali.
Caro Dario, mi rendo conto che ormai, avendo preso la fortezza, si vuole dettar legge in ogni dove e soprattutto lasciare il segno profondo all’interno dell’organizzazione del partito. È cosa buona e giusta, alla fine Renzi ha vinto per questo, ma guai a porre fine alla giovanile. Sai perché? Perché essa è strumento fondamentale delle giovani generazioni per amplificare le idee e i progetti, nei confronti di un partito che per molto tempo è stato sordo.
Ti dirò di più: quando fai riferimento ai progetti presentati dai Giovani Democratici, li consideri “pochi” rispetto a non so quale confronto, ma è necessario, se si vuole fare un esame completo del fenomeno e chiederne la fine, studiare attentamente i GD soprattutto sul territorio. Non farmi credere che un’organizzazione politica come il PD (o i GD) debbano essere classificati solo per quello che fanno a livello nazionale. Se così fosse, il PD avrebbe dovuto chiudere i battenti molto tempo fa, ma non l’ha fatto, perché sul territorio il PD funziona e dove amministriamo noi c’è la differenza. Stessa cosa vale per la giovanile: in questi anni abbiamo ottenuto grandi risultati anche noi, non solo i FutureDem (su cui tornerò tra pochissimo).
In Provincia di Bari (giusto perché parlo di casa mia, ma potrei fare esempi su Napoli, Roma, sulla scuola di formazione nazionale “Alta Partecipazione”, molto seguita e partecipata, e sulle organizzazioni studentesche legate, politicamente, alla giovanile) abbiamo ottenuto straordinari risultati, partendo dal gruppo stesso, folto, dinamico, raggiungendo mete ambite come collettivo, come passo successivo all’impegno “interno” al partito. Parlo dei risultati ottenuti alle elezioni amministrative, dove molti dei Giovani Democratici sono stati eletti, dai cittadini, nei consigli comunali, contrastando la politica del malaffare presente, come di consueto, in molte elezioni locali. Abbiamo ottenuto grandi risultati con la nostra scuola di formazione a Santeramo in Colle, ormai un appuntamento cadenzato e parte integrante del nostro DNA.
Come se non bastasse, ci siamo impegnati e, con grande senso collettivo, abbiamo eletto la nostra rappresentante alla Camera dei Deputati, risultata prima eletta in assoluto in Puglia, per numero di preferenze alle parlamentarie del PD di Dicembre 2012. Abbiamo ottenuto questo risultato perché la giovanile si è mossa con grande senso di squadra e con un progetto politico ben preciso. La nostra forza sta nella nostra coesione e quando siamo divisi non valiamo nulla, soprattutto come giovani impegnati in politica.
Se parlo di divisione, non posso non far riferimento al nuovo soggetto politico, partorito dai giovani sostenitori di Renzi (dire “renziani” mi sembra un’offesa, come lo è essere chiamati “bersaniani”, “franceschiniani”, “cuperliani” e “civatiani”. Non riusciamo ad essere qualcuno senza accollarci il nome di una corrente al petto?), i FutureDem.
Caro Dario, parli dei FutureDem con una notevolissima presa di posizione. Nessun problema, in tal senso, anzi, è giusto che sia così, come io lo sono per i Giovani Democratici, ma la questione di fondo è: se ci si lamenta dei GD, come possono i FutureDem essere da meno? Mi sarei aspettato una soluzione al problema più radicale, più coerente rispetto alla tesi iniziale, un po’ come quella esposta, a suo tempo, da OccupyPD: niente più giovanili e tutti impegnati all’interno del Partito Democratico, senza ulteriori recinti, simboli e nomi.
Dire che la soluzione ad un’organizzazione giovanile è un’altra organizzazione giovanile, mi è difficile da comprendere, visto e considerato che è ancora presto per dire cosa sono e saranno i FutureDem. Facciamo passare un po’ di tempo e il tutto si assesterà e rivelerà la vera natura del progetto.
Tempo fa, dissi, dal mio umile ruolo di “militante” della giovanile e del partito, che la sfida più grande per tutti quanti noi era quella di vedere i FD entrare a pieno titolo nei (o non scappare dai) Giovani Democratici e lavorare per un progetto condiviso, per una visione complementare a quella del Partito, non alternativa, come molti credono.
Se parli di fallimento “politico”, in riferimento al fatto di non aver avuto grande attenzione da parte del Partito Democratico, su tematiche importanti portate avanti dalla giovanile, per poi essere considerate solo in caso di dichiarazioni di qualche avversario politico, come puoi credere che un’altra organizzazione giovanile possa ottenere questo risultato? Corsia preferenziale per chi ha supportato Renzi e che considera l’attuale segretario il proprio mentore politico? Se così fosse, cadremmo non nel “fallimento” politico, ma nello “scandalo” politico.
Siccome abbiamo cambiato verso e il congresso è ormai finito da tempo, spero che questo mio post non venga bollato come rancoroso per il risultato delle primarie. Ho sostenuto Civati, con fierezza e umiltà ed è tempo di riporre negli annali la battaglia congressuale e di impegnarci per comprendere cosa è giusto per il partito. Tralasciando il metodo della tabula rasa.
Sì, lo so, è troppo lungo, ma vi chiedo di fare uno sforzo se ci riuscite. Leggetelo, anche non tutto in una volta, quando avete un po’ di tempo, leggete un paragrafo, ma fatelo fino in fondo. Mi piacerebbe che tutti voi commentaste qui sotto, cominciassimo a parlare, perché io a scrivere posso passarci anni, ma voglio ascoltare e anche se non sono segretario nazionale di nessun partito o un parlamentare, sono le idee che contano e che ci portano ad ottenere i più bei risultati. Grazie.
Non so cosa mi sta succedendo, prima avevo molto da scrivere, i pensieri mi frullavano per la testa, dovevo solo guardare lo schermo, pagina bianca e le dita si muovevano da sole per fissare per bene un concetto, due, tre e così via.
È iniziato il 2014 e quasi non ce ne siamo accorti, i problemi sono sempre gli stessi e non ci rendiamo conto che molto è cambiato dall’anno scorso: a gennaio scorso, al governo, c’era Monti, Berlusconi era in Parlamento, Pierluigi Bersani era il segretario del PD, ci stavamo preparando a vincere le elezioni, il giaguaro era bene in vista. Ci siamo dimenticati il sapone e…come lo smacchi il giaguaro senza sapone?!
Questo 2014 non mi sta emozionando. Direte voi: “È appena iniziato”, ma certo! Il problema è che ci portiamo dietro una cantilena che va oltre le facce, oltre i nomi, oltre tutto.
Elezioni annullate dal TAR, come quella in Piemonte, a seguito di firme false presentate da una lista a sostegno dell’attuale Presidente, Cota, mi fanno cadere le braccia. Ma come?! Dove è finita la tenacia dei leghisti, dai marmorei attributi? “Spazzeremo via tutto il marcio” diceva un’omino dagli occhiali rossi e con i baffi (no, non è una di quelle maschere occhiali-baffi che si vendono al supermercato, parlo di Bobo, non Vieri, ma Maroni). Come se non bastasse Matteo Salvini conferma: “Sono giudici di sinistra!”. E beh! Cambia la generazione, ma il concetto persiste.
Non mi emoziona più niente, tutto è l’eterno ritorno dell’uguale. Cosa c’è di nuovo? Un nome da pronunciare, un modo di operare, ma la strada è sempre quella, puoi camminare a passo svelto, saltellando, ballando un liscio, ma la strada è sempre quella e la meta non cambia.
Pensavo che il Governo Letta, dopo la fuoriuscita dalla maggioranza di Forza Italia, fosse nelle mani del PD. Mi sbagliavo.
Il Partito Democratico è una bella automobile, ma ha il vizio di stare sempre dietro alle altre, quasi sempre più piccole e lente e come sempre si schianta sugli ostacoli che le vengono lanciati addosso dalle stesse, per dispetto o per incoscienza da parte del PD. Usciamo dalla metafora e proiettiamoci nella realtà: quello che ha detto Alfano è l’ennesimo autogol che il Partito Democratico mette a segno.
Non dobbiamo meravigliarci che Alfano sia un bigotto conservatore, radicato nella cultura pseudo-cristiana (pseudo, perché credo che un vero cristiano debba tenere bene a mente il comandamento “ama il prossimo tuo come te stesso” e lasciare liberi gli uni dagli altri, perché nessuno può vietare a qualcuno di amare una persona o di costruirsi la propria vita come meglio crede), dobbiamo meravigliarci che il PD stia ancora con Alfano e che dopo questa ennesima dichiarazione non lo abbia preso a calci nel culo.
Sulla famiglia? Beh, credo che non ci siano mezzi termini: va esteso il diritto di sposarsi agli omosessuali, perché il matrimonio deve essere un diritto di tutti, senza preferenze per orientamenti sessuali e altro. Ma come si permette Alfano a difendere la famiglia? Fino all’altro ieri è stato al comando incondizionato di un soggetto che ha tradito la propria moglie millemila volte, sotto il vincolo matrimoniale. Basta cretinate (e indecenze).
I Giovani Democratici hanno fatto partire una nuova campagna nazionale contro tutto ciò che ci ricorda l’ei fu Gianfranco Fini: via la Bossi-Fini e la Fini-Giovanardi. Contro il razzismo e contro il proibizionismo. Abolire la Bossi-Fini non significa spalancare le porte all’immigrazione, perché alle persone che fuggono dalla guerra, dalle persecuzioni politiche e dalla povertà, con la Bossi-Fini si puliscono il culo (scusate il momento aulico).
Tenere ancora nascosto, non si sa da chi, il fenomeno della cannabis, ben presente in tutta Italia, è ridicolo. Giustamente, un ragazzo che fuma marijuana ci pensa due volte, perché una volta due persone, uno ormai nell’oltretomba (Fini) e l’altro al governo con il PD (Giovanardi) decisero di fare questa legge. Suvvia! Perché non prendere esempio dagli Stati Uniti? Perché non strappare dalla morsa della criminalità migliaia e migliaia di ragazze e ragazzi e regolamentare il tutto sulla base di leggi virtuose e affidabili?
Troppo rivoluzionario, meglio arrancare. Come sempre. Nel vuoto più assoluto.
Non mi emoziono più a leggere un giornale, un titolo su qualche sito d’informazione, mi sembra di aver mandato indietro l’orologio di qualche mese, anno, e di ritrovarmi sempre lì. Litigi, riappacificazioni, “mi dimetto”, “no, ci ho ripensato”, “alle urne!”, ormai un libro già letto e riletto.
E mi dispiace per Renzi, ma se pur nobile il suo tentativo, non può mascherare il suo piano per l’occupazione con un termine inglese. Abbiamo una lingua bellissima, usiamola! Il piano per il lavoro si chiama “Piano per il Lavoro” e non “Job Act”. Il modo come chiami le cose, rende il concetto della chiarezza delle cose stesse. Mica vado in pescheria e chiedo del “fish”, ma gamberetti, cozze e chi più ne ha più ne metta.
Insomma, non fa male semplificare il tutto, parlando come mangiamo. Ci siamo ingarbugliati abbastanza nel politichese e nei paroloni, ma non ricadiamo nell’anglo-communication.
Non mi emozioni più, ma la passione mi fa battere il cuore, con la febbricitante attesa di ritrovarle, quelle emozioni, in qualcosa di veramente rivoluzionario, senza doppi termini e senza cambiare il nome alle cose. Sincero, semplice e allo stesso tempo accattivante.
Il primo post del 2014, non lo voglio sprecare nel fare il sunto di ciò che è stato, alla fine lo sappiamo tutti, ognuno ha avuto il suo 2013 e ognuno sa con certezza cosa vorrà dal nuovo anno, appena iniziato. Io sono uno di questi e provo a raccontarvelo, parlando di tutti quanti noi, nel singolo e nel collettivo.
Innanzitutto, vi chiedo nuovamente scusa se, per l’ennesima volta, ho tralasciato il blog per qualche giorno, ma gli esami e le vacanze natalizie destabilizzano.
Il 2014 poteva essere l’anno delle elezioni, della caduta del Governo Letta, ma le cose sono andate diversamente da come, qualcuno di noi, sperava, ma ciò non toglie che non è tutto perduto.
Abbiamo molte sfide davanti a noi, non solo umane, fatte di amicizie, sentimenti, ma le sfide che vorrei evidenziare, sono le sfide collettive, quelle che ci interessano da vicino tutti, nessuno escluso.
Giovani Democratici: il 2013 è stato un anno all’insegna della crescita politica, dell’ingresso della giovanile nei luoghi fino a qualche tempo prima inaccessibili. Abbiamo eletto molti giovani democratici nel consigli comunali, ma abbiamo anche dei giovani deputati tra i nostri. Questo è un motivo di orgoglio per il lavoro che tutti quanti abbiamo svolto. Il 2014 però, sarà un anno difficile, ancora nebuloso, senza nessuna chiara prospettiva interna, ma tutti noi possiamo porre un accento su questo aspetto, costruendo dal basso la prospettiva del nostro partito.
A livello locale abbiamo diversi compiti da svolgere, partendo da Noci, dove necessariamente contribuiremo con più incisività nell’amministrazione della Città, a strettissimo contatto con il Partito Democratico, di cui facciamo parte tutti e a cui tutti dedichiamo il nostro lavoro, pur stando nella giovanile e pur avendo un simbolo diverso. I Giovani Democratici sono la giovanile del PD, non di un altro partito.
Elezioni Amministrative di Bari: indipendentemente dalle questioni tattico-politiche, tra chi sceglie il candidato unico e chi preferisce celebrare le primarie per la scelta del candidato sindaco, ciò che importa è porre le nuova sfida elettorale su due piani, distinti ma da tenere a stretto contatto. Il primo è senza dubbio quello del cambio di rotta, del normale mutamento delle politiche, delle persone e del modo di amministrare, con la speranza di vedere un consiglio comunale rinnovato e senza metamorfosi politiche.
Secondo, non si può credere (per quanto riguarda il centrosinistra), di potersi presentare alla Città di Bari ponendo un muro, un divisorio invalicabile, tra la quasi conclusa Amministrazione Emiliano, durata ben 10 anni, con la futura visione della città barese. Una visione d’insieme è la giusta ricetta per dare chiarezza ai cittadini. Bisogna saper valorizzare ciò che c’è di positivo, e bisogna saper chiedere scusa per ciò che si è fatto male. È un punto di forza, non di debolezza. Ricordiamolo. Colgo l’occasione per fare il mio “in bocca al lupo” a due miei cari amici, Pietro Petruzzelli e Antonio Decaro, per la corsa delle primarie, anche se aspettiamo da quest’ultimo una nota ufficiale che annunci la sua partecipazione.
Noci: È passato più di mezzo anno da quando Domenico Nisi è diventato il nuovo sindaco di Noci. Molti erano i problemi della nostra Città e ancora molti sono da risolvere, di certo non possiamo pretendere che tutto ciò che per 10 anni non è stato fatto, lo si faccia in sei mesi, ma con una serena nota di certezza, posso dire che andremo avanti. Il Partito Democratico ha celebrato il proprio congresso cittadino e, oltre al segretario, la nuova formazione può vantare moltissimi giovani, tra donne e uomini che, durante le scorse elezioni, hanno dato il loro importante contributo, come candidati o come semplici militanti, raggiungendo il risultato che tutti abbiamo visto. Io sono all’interno del gruppo che lavorerà al bilancio comunale, proverò a dare una mano da lì.
I Giovani Democratici di Noci stanno lavorando, come sempre, per partorire un nuovo progetto per la Città, certo è che la politica, per tutti quanti noi, non è fatta solo di tattiche e parole, ma preferiamo metterci davanti ad un tavolo e ragionare sul futuro della nostra Comunità, fallendo, certe volte, ma raggiungendo risultati importanti, in altre. Si dovrà necessariamente tener presente la questione dei rifiuti, capire come e quando poter avviare la raccolta porta a porta. Bisognerà costruire un nuovo piano turistico, che abbracci l’enogastronomia con le tendenze territoriali e nazionali, come, ad esempio, il Carnevale di Putignano, creando una rete turistica senza precedenti, in cui Noci con le sue prelibatezze e paesaggi, Putignano con il suo Carnevale, Castellana con le sue grotte ed Alberobello con i suoi trulli, riescano nell’impresa di offrire un pacchetto completo di culture popolari e gastronomiche, oltre che far emozionare per il proprio territorio.
Blog: Non posso che ringraziare tutti quanti voi per avermi letto, almeno una volta, quest’anno.
9.355 persone, per ben 13.485 volte hanno visitato davidemontanaro.it, nel 2013, un grazie ad ognuno di voi.
L’Italia è prima per visite (12.583), seguono gli Stati Uniti (400) e il Regno Unito (103), poi Germania (78), Francia (44), Spagna (34), Belgio (27) e così via, per ben 61 stati in tutto il mondo, anche dal Lesotho.
Il post più letto è “Breve lettera agli adulti del PD” e devo dire grazie a Pippo Civati per averlo condiviso sul suo blog.
Tutto questo non può che essere, per me, motivo di orgoglio e un invito a fare di più, sempre di più. Il 2014 sarà un anno di conferme e di stravolgimenti, per tutti e mi auguro che ognuno possa vivere l’anno che sogna. I miei auguri non sono pieni di belle parole, ma solo di una piena apertura alle idee di tutti e di propensione alla realizzazione di progetti collettivi.
Io da questo 2014 mi aspetto grandi cose, voi fate altrettanto. Auguri.
A seguito del mio post sulla questione che ha toccato da vicino la Presidente Boldrini, relativamente al suo viaggio in Sudafrica per il funerale di Nelson Mandela, rispetto alla denuncia presentata dal Codacons con l’accusa di aver portato sul volo di stato il marito, ho ricevuto un comunicato dall’Ufficio Stampa dell’associazione dei consumatori, che riporto e a cui rispondo.
Gentile Montanaro,
In genere evitiamo di rispondere a chi ignora del tutto i fatti (e in tal senso può definirsi pacificamente “ignorante”), ma stavolta faremo una eccezione. Ne sia lusingato.
Innanzitutto non è “LA” Codacons ma “IL” Codacons (primo indizio di ignoranza da parte sua).
In secondo luogo, ci chiediamo dove lei si trovasse quando il Codacons ha denunciato l’utilizzo scorretto dei voli di Stato da parte di altri – e numerosi – esponenti politici. Forse, trattandosi di personalità estranee al partito di sua appartenenza, all’epoca non ha trovato così ridicole le ns denunce. Semplificando: il Codacons le sta bene quando denuncia Berlusconi, ma improvvisamente diventa ridicolo quando per gli stessi motivi attacca un politico di sinistra. Complimenti per la coerenza.
Terzo punto: stia pure tranquillo. Non un euro dei suoi soldi e’ stato speso per l’esposto contro la Boldrini. Il Codacons non riceve finanziamenti pubblici a carico del bilancio dello Stato, e vive del sostegno dei propri iscritti, consumatori – loro si – intelligenti che appoggiano le ns battaglie e sono interessati a sapere se i politici (anche quello di sinistra a lei tanto cari) fanno un corretto uso dei soldi pubblici.
Quarto e quinto punto: evidentemente lei ignora del tutto chi sia o cosa faccia il Codacons. Altrimenti saprebbe che, in quanto associazione dei consumatori più importante d’Italia, di visibilità ne ha fin troppa (e il suo post lo dimostra). Vada sul ns sito e legga la ns rassegna stampa. Allo stesso modo ignora – e questo e’ il punto più importante e più grave – che è nostro preciso dovere statutario interpellare le autorità competenti chiedendo indagini e verifiche quando anche solo si profila la possibilità di uno scorretto utilizzo del denaro pubblico. Questo e’ il nostro ruolo e la nostra funzione. Anche quando, come in questo caso, siamo costretti a chiedere accertamenti su persone a lei “vicine”.
Certi della pubblicazione integrale di questo nostro messaggio sul suo blog, porgiamo cordiali saluti.
Ufficio stampa Codacons
Stefano Zerbi
Spett.le Codacons,
sono lusingato, con sincerità, per la vostra risposta che mi è stata inviata via email il 20 dicembre, a seguito delmio post relativo al “caso Boldrini”, a cui ora risponderò punto per punto.
Premetto che il mio post non usava toni abbastanza moderati, ma mi aspettavo che da una posizione “ufficiale”, quale quella dell’Ufficio Stampa, si potesse ottenere un atteggiamento rispettoso verso la persona, senza offese personali, e un sano dibattito basato non su luoghi comuni (siccome sei di sinistra, allora tutti quelli di sinistra sono intoccabili, ecc..ecc..) ma su delle argomentazioni serie e concise. Proverò a correggere il tiro.
Mi avete dato (uso il plurale, Sig. Zerbi, perché lei ha parlato a nome del Codacons) dell’ignorante, per aver usato “LA” anziché “IL”, nel citare il vostro Coordinamento. Chiedo scusa per questo errore madornale che mi ha costretto a rimuginare su tutti gli anni in cui ho studiato grammatica italiana, con angosciante rimorso sono tornato a studiarla, riprendendo i libri delle elementari.
Le faccio presente, senza offesa, che l’aver posto l’articolo determinativo al femminile singolare era riferito alla vostra forma giuridica, quale appunto “associazione” (ossia persona giuridica, le cito l’Enciclopedia Treccani: La persona giuridica è quell’organismo unitario, caratterizzato da una pluralità di individui o da un complesso di beni, al quale viene riconosciuta dal diritto capacità di agire in vista di scopi leciti e determinati.) Perciò mi perdonerete se ho sottinteso il termine “associazione”, quando vi ho citati. Ora ho le conoscenze per non commettere più errori, vi ringrazio.
In secondo luogo, ci chiediamo dove lei si trovasse quando il Codacons ha denunciato l’utilizzo scorretto dei voli di Stato da parte di altri – e numerosi – esponenti politici. Forse, trattandosi di personalità estranee al partito di sua appartenenza, all’epoca non ha trovato così ridicole le ns denunce. Semplificando: il Codacons le sta bene quando denuncia Berlusconi, ma improvvisamente diventa ridicolo quando per gli stessi motivi attacca un politico di sinistra. Complimenti per la coerenza.
Mi rincresce dover rispondere ad insinuazioni di questo genere, ma vorrei sottolineare come ho sempre combattuto, dal primo giorno in cui ho deciso di far politica in un partito, abusi di ogni tipo da parte di esponenti di destra, di centro e di sinistra, anzi, vi dirò di più, se devo criticare, preferisco iniziare da casa mia, prima di guardare gli altri (chi, sciaguratamente, legge il mio blog, può confermarlo). È questione di buona educazione e di coerenza, quella coerenza per cui voi mi fate i “complimenti” e, per questo, ve ne sono grato.
Cercate, per caso, di accostare il caso riguardante la Boldrini, con quello di Berlusconi (giusto per citarne uno tra molti)? Vediamo di ricapitolare: la Presidente della Camera ha viaggiato su un volo di stato, con l’AIRBUS in dotazione, assieme al Presidente del Consiglio, con relativi coniugi e staff al seguito. Un solo aereo è stato utilizzato e da quanto riportato dall’Ufficio Stampa della Camera, non ci sono state ulteriori spese, a segutio della rinuncia all’indennità di missione e al non pernottamento, vista la permanenza a Johannesburg per una sola giornata e il viaggio nella notte, sia all’andata che al ritorno. Di seguito il comunicato:
In relazione ad alcune notizie stampa riguardanti la partecipazione della Presidente della Camera dei deputati alla Cerimonia commemorativa solenne dell’ex Presidente Sudafricano Nelson Mandela, che ha avuto luogo il 10 dicembre a Johannesburg, si precisa quanto segue: – la Presidente della Camera dei deputati e coloro che l’hanno accompagnata sono stati ospitati sul volo del Presidente del Consiglio dei Ministri; – non vi sono state dunque spese di viaggio, né vi è stata alcuna spesa di soggiorno, dal momento che la delegazione ha viaggiato di notte sia all’andata che al ritorno. Si precisa altresì che tutto lo staff della Presidente, compreso il Capo del Cerimoniale, aveva già rinunciato alla corresponsione dell’indennità di missione, in considerazione della particolarità dello storico evento. L’indennità di missione corrisposta al personale di scorta ammonta complessivamente a 300 euro circa.
Volete forse accostare il gesto del Presidente Boldrini, a questo?
Sapete chi è quell’uomo alle spalle di Berlusconi? Il latitante Lavitola, un delinquente su un aereo della Repubblica Italiana. Cosa ha di analogo con quanto voi vi apprestate a denunciare in questi giorni?
Perciò il Codacons mi sta bene quando, giustamente, pone in evidenza dei possibili abusi, ma solo quando a monte c’è una ponderazione indiscutibile. Questo caso è un buco nell’acqua, a mio avviso, perché così non fate altro che stuzzicare, in modo irresponsabile ed inutile, il campanello d’allarme dell’opinione pubblica, già duramente sotto pressione, a seguito della crisi economica e degli scontri avuti in questi giorni, per tutta la Penisola.
Terzo punto: stia pure tranquillo. Non un euro dei suoi soldi e’ stato speso per l’esposto contro la Boldrini. Il Codacons non riceve finanziamenti pubblici a carico del bilancio dello Stato, e vive del sostegno dei propri iscritti, consumatori – loro si – intelligenti che appoggiano le ns battaglie e sono interessati a sapere se i politici (anche quello di sinistra a lei tanto cari) fanno un corretto uso dei soldi pubblici.
Io sono tranquillissimo, dai toni utilizzati, sembrate voi un po’ agitati, ma tralascio questo particolare. Non ho assolutamente fatto riferimento al vostro bilancio ed a possibili finanziamenti pubblici. Il mio è un ragionamento semplice: se questa denuncia dovrà essere posta al vaglio dell’autorità giudiziaria, questo comporterà spese per la giustizia e quindi per le casse pubbliche. Punto. Nessun concetto fuorviante, nelle mie parole.
Voi ritenete “intelligenti” coloro che appoggiano le vostre battaglie, allora mi chiedo cosa siano, invece, quelle persone che non si affidano a voi e che non hanno mai sostenuto le vostre battaglie. Sono stolti? Ignoranti anche loro?
Vorrei sottolineare, che l’interesse verso il sistema politico, verso la spesa pubblica, deve partire, prima di tutto, dal tempo che una persona spende per scegliere chi votare. Ecco perché sono favorevole al ritorno al voto di preferenza, alle Politiche, così da poter avere un contatto diretto dei cittadini con i loro rappresentanti e non dover cadere più nel tranello “IMU sì, IMU no”. Questo vale per la destra, il centro e la sinistra. Basta luoghi comuni.
Quarto e quinto punto: evidentemente lei ignora del tutto chi sia o cosa faccia il Codacons. Altrimenti saprebbe che, in quanto associazione dei consumatori più importante d’Italia, di visibilità ne ha fin troppa (e il suo post lo dimostra). Vada sul ns sito e legga la ns rassegna stampa. Allo stesso modo ignora – e questo e’ il punto più importante e più grave – che è nostro preciso dovere statutario interpellare le autorità competenti chiedendo indagini e verifiche quando anche solo si profila la possibilità di uno scorretto utilizzo del denaro pubblico. Questo e’ il nostro ruolo e la nostra funzione. Anche quando, come in questo caso, siamo costretti a chiedere accertamenti su persone a lei “vicine”.
Ancora con questi luoghi comuni! “A lei ‘vicine’” cosa? Io ho una mia storia personale (se pur ancora giovane) e non vedo come si possa credere di poter definire due persone “vicine” per il semplice fatto di far parte di un’aera politica. La maggior parte delle più forti discussioni che ho avuto in politica, le ho consumate con coloro che fanno parte del mio partito e della mia area politica. Mi dovrei considerare vicino a loro? Io sono vicino alle mie idee, grazie alle quali condivido scelte e percorsi, e questo mi basta.
Sono a conoscenza del vostro “dovere statutario” di interpellare le autorità competenti in caso di possibili abusi, ma mi chiedo dove sia l’abuso, in riferimento alla suddetta vicenda. Mi permetto di aggiungere che non sono l’avvocato di Laura Boldrini e che non sono stato inviato da nessuno a prenderne le sue difese, qui non si parla della Boldrini, ma di una “Boldrini”, donna o uomo qualsiasi che fa il suo lavoro e che con coerenza paga di tasca sua gli spostamenti, anche per funzioni di mandato.
Ultimo passaggio: le vostre interpellanze chiedono “indagini e verifiche” – credo di aver letto bene – e allora mi chiedo se quanto sostenuto da me, qualche riga più su, sullo spreco di risorse per la giustizia, non sia vero, quando l’interpellanza riguarda un “non-abuso” e visto che non ci vuole uno scienziato per capirlo.
Detto questo, spero di aver risposto, punto per punto, al vostro comunicato, con la speranza di poter discutere con toni che vanno oltre le persone e che ci si concentri sulla questione, non irrilevante e che, per questo, merita una seria analisi. La mia l’ho conclusa e concludo questo post con le parole della Presidente Laura Boldrini, per completezza di contenuti.