Categoria: Politica


  • Stato di diritto, questo sconosciuto

    Vivere in Italia, non significa vivere in uno stato di diritto.

    Sembra un’affermazione pesante, forse anche un po’ gonfiata, eppure gli elementi per sostenere questa tesi abbondano, da molti anni ormai.
    Il Sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, è stato condannato in primo grado per abuso d’ufficio, con la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici di un anno, per aver nominato nel 2008 – mentre era commissario del governo per la gestione di un termovalorizzatore a Cupa Siglia, nella periferia della Città – come project manager, Alberto Di Lorenzo, il suo capo staff. Il commento a caldo dell’ex Sottosegretario del Governo Letta è stato:

    “Apprendo di una mia condanna per abuso di ufficio: l’accusa verteva sulla nomina del “project manager” da parte mia, in qualità di commissario di governo per un termovalorizzatore nel 2008. Tale nomina, come risulta dagli atti processuali, mi fu richiesta dal rup (responsabile unico del procedimento). “L’accusa ha sostenuto – come risulta dagli atti – che bisognava nominare un “coordinatore” e non un “project manager”, in quanto quest’ultima figura non è in uso nella pubblica amministrazione. In sintesi, le due figure sono equivalenti, il compenso spettante è uguale, e viene deciso dal rup. Si tratta, nel caso specifico, di 8.000 Euro netti, percepiti, come documentato, per 18 mesi di intenso e qualificato lavoro del project manager”.

    Cerchiamo di fare chiarezza sul D.Lgs 235/2012 (c.d. Legge Severino) e cosa prevede in merito.
    Il “T.U. delle disposizioni in materia di incandidabilità” voluto dal Ministro Severino, all’art.10 comma 1 lett.c riporta:

    “Non possono essere candidati alle elezioni provinciali, comunali e circoscrizionali e non possono comunque ricoprire le cariche di presidente della provincia, sindaco, assessore e consigliere provinciale e comunale, presidente e componente del consiglio circoscrizionale, presidente e componente del consiglio di amministrazione dei consorzi, presidente e componente dei consigli e delle giunte delle unioni di comuni, consigliere di amministrazione e presidente delle aziende speciali e delle istituzioni di cui all’articolo 114 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, presidente e componente degli organi delle comunita’ montane: […] c) coloro che hanno riportato condanna definitiva per i delitti previsti dagli articoli 314, 316, 316-bis, 316-ter, 317, 318, 319, 319-ter, 319-quater, primo comma, 320, 321, 322, 322-bis, 323, 325, 326, 331, secondo comma, 334, 346-bis del codice penale;; […]”

    L’art. 323 del Codice Penale – collocato nel Libro II (Dei delitti in particolare) al Titolo II (Dei delitti contro la Pubblica Amministrazione) – tratta il reato di abuso d’ufficio.

    E, sempre nella Legge Severino, al comma 1 dell’art. 11 (Sospensione e decadenza di diritto degli amministratori locali in condizione di incandidabilità) si specifica che:

    “Sono sospesi di diritto dalle cariche indicate al comma 1 dell’articolo 10: a) coloro che hanno riportato una condanna non definitiva per uno dei delitti indicati all’articolo 10, comma 1, lettera a), b) e c); […]”

    Alla luce di queste disposizioni, non vedo come si possa continuare con questa farsa. Il Partito Democratico campano ha espresso la sua solidarietà nei confronti di Vincenzo De Luca il quale, oltre ad essere Sindaco di Salerno, è candidato alle primarie PD per la Regione Campania.

    Chiedere coerenza non mi sembra un azzardo. Centinaia di amministratori sono decaduti o sono stati sospesi dopo l’entrata in vigore della Legge Severino, ma c’è qualcuno che è più uguale degli altri, tanto da affermare l’intenzione a non mollare.

    Insomma, con una mano sventoliamo la Costituzione, mentre con l’altra nascondiamo le nostre colpe sotto un tappeto ormai incapace di occultare l’immensa ipocrisia che stiamo dimostrando.

    Il punto è: o quella legge l’applichiamo, oppure cancelliamola a dimostrazione che il concetto di “stato di diritto” lo studiamo a scuola e alle università, ma rimane, nella realtà, ad uso e consumo dei soliti notabili.

    No, oggi non mi sento di vivere in uno stato di diritto.


  • Obama: a genius!

    Obama, durante il discorso dello Stato dell’Unione – che, ad ogni inizio anno, il Presidente degli Stati Uniti tiene davanti al Congresso – ha detto: “Non ho più campagne da sostenere”, ottenendo l’applauso soddisfatto dei Repubblicani – i quali hanno ottenuto la maggioranza sia al Senato che alla Camera dei Rappresentanti, durante le elezioni del Midterm dello scorso anno, ponendo un blocco politico all’Amministrazione Obama – ma il Presidente blocca l’entusiasmo dei suoi avversari, continuando la frase “Perché le ho vinte tutte”. La reazione dei Democratici pare evidente.

    Il Presidente Obama ha annunciato la “rinascita” degli USA, dopo un periodo di recessione e difficoltà economiche dovute alla crisi economica.

    Se volete ascoltare, per intero, lo State Of The Union, ecco a voi il video integrale.


  • Salvini pulisciti la bocca e studia

    Siamo tornati al tempo del celodurismo sfrenato. Il ritorno della volgarità spazza via, persino, l’immagine del dito medio di Bossi durante l’inno nazionale. Matteo Salvini prova a fare di meglio.

    Salvini

    Il segretario di un partito che ha suoi rappresentanti in Parlamento, sia nazionale che europeo, ha attaccato la nostra Costituzione. Ma noi lo lasciamo fare.

    Dire vaffanculo è ormai diventato comunissimo – lo stesso Nichi Vendola, a Ballarò, mandò a fare in culo Maurizio Gasparri (ed in quel momento tutti ci sentimmo vendoliani, ndr) – ma un conto è ad un avversario politico (se pur discutibile), un altro è alla Corte Costituzionale e alla Costituzione della Repubblica.

    La sentenza della Consulta non è stata ancora depositata, ma presto conosceremo le ragioni dell’inammissibilità del referendum abrogativo, che la Lega aveva presentato contro l’articolo 24 in materia di pensioni – decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge, con modificazioni, dall’articolo 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214, meglio conosciuta come Riforma Fornero.
    Se pur non ancora depositata, la base su cui la Corte ha strutturato la sentenza, pare, a mio avviso, evidente: quel referendum era contro l’art. 75 comma 2 Cost.

    “Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.”

    Citazione che ci riporta anche ad un altro caso, quale il referendum “No Euro” portato avanti da Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle.

    Perciò, caro Salvini, non dire che questo Paese fa schifo. Non te lo concedo, perché in quello schifo ci sei pure tu e la tua superbia, la tua arroganza e ignoranza. Sai cosa, invece, è davvero uno schifo? La corruzione, la mediocrità dei nostri rappresentanti politici, l’assenteismo dal luogo lavoro e potrei continuare per ore, ma li conosci bene, perché sono ben rappresentati anche (e non solo) dal tuo partito. La Costituzione, invece, no, non è uno schifo. La Costituzione è il detergente con cui pulire la sporcizia che ogni giorno viene prodotta dal becero populismo, come il tuo. E dovremmo ringraziare le nostre Madri e i nostri Padri costituenti per avercela data e con che qualità.


  • Ma che? Davvero?

    SEL e M5S, quasi sicuramente – stando a dichiarazioni provenienti da Montecitorio – voteranno sin dal primo scrutinio (29 gennaio) Romano Prodi, come successore di Giorgio Napolitano, al Quirinale.

    Una mossa che, se colta in tempo, potrebbe riequilibrare il Parlamento e tutte le Istituzioni, garantendo l’elezione di un Presidente della Repubblica a grande maggioranza (servono 672 voti), forte della sua elezione al primo turno. Perciò, PD, non pensarci due volte e basta 101.

    In questo caso, perdonatemi, ma Berlusconi lo lascerei sul ciglio della strada.

    Ps. Proponete Gianni Letta e mi incazzo.


  • Sondaggio: Chi vorresti come Presidente della Repubblica?

    Sondaggio: Chi vorresti come Presidente della Repubblica?

    Giorgio Napolitano si è dimesso ieri, dalla carica di Presidente della Repubblica. La più lunga presidenza della Storia repubblicana.

    Adesso, tutta la politica sarà impegnata a scegliere il/la suo/sua successore/succeditrice. E voi, chi vorreste vedere salire al Quirinale?

    Max. 3 risposte

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    Ps. Altre preferenze? Commentate!


  • A tutti i Charlie del web: Je suis coherént!

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    Quando chiuse l’Unità, leggevo commenti del tipo “meno male! chiudiamoli ‘sti giornaletti del cazzo che vendono massimo 2 copie per paese”.

    Voglio ricordare, a voi tutti, che Charlie Hebdo, prima dell’attentato, era un “giornaletto” con una tiratura di 70.000 copie in tutto (in calo) e non di 3 milioni come lo sarà questa settimana.

    Si è per la libertà di stampa e di espressione sempre, non quando ci fa più comodo.

    Chiaro a tutti? E non dite che non è vero, perché prendereste in giro solo voi stessi. Forse manco quello.


  • La rottamazione della mafia

    Roberto Saviano, intervistato da Repubblica, lancia l’allarme: i clan si stanno rinnovando, nuove generazioni prendono posizione nelle famiglie mafiose di Bari. Un male non ancora debellato.


  • L’Europa e la sua fragilità

    L’ho detto ieri, non bisogna toccare Schengen, lo chiede il buon senso e, soprattutto, anche le generazioni future.

    Ieri, in Germania, il gruppo conservatore Pregida ha messo in scena una manifestazione contro l’islamizzazione dell’Occidente, a cui ha partecipato – secondo i giornali tedeschi – un numero record di persone.

    In Francia si aggira, ormai da tempo, lo spettro del nazionalismo. E se, prima, ad alimentare lo sconforto (e il bacino elettorale di questi partiti) era la crisi economica, ora si aggiunge la paura, una paura costruita su misura dagli stessi nazionalisti e xenofobi, con dichiarazioni ad hoc e una lettura distorta della realtà.

    In Italia, il bambacione Salvini prova a fare altrettanto, rispolverando motti e dichiarazioni contro le moschee e contro gli “stranieri in casa nostra”. Ha fatto breccia nel cuore degli italiani? Ancora no. Forse, se i giornali e le tv continueranno a dar peso e visibilità a tali affermazioni, il rischio c’è.

    Ma gli attentati di Parigi hanno risvegliato, nella maggior parte dei cittadini europei, il senso di appartenenza ad una comunità oltre le Nazioni? Quel sentirsi cittadini di un’Europa unita, e non più solo del proprio Paese? No. La risposta è assolutamente negativa.
    Mi hanno colpito le parole di Romano Prodi, il giorno della Marche Republicain, il quale rispondendo alla domanda se, per l’appunto, tali eventi avessero svegliato il senso di cittadinanza europea, la sua risposta è stata categorica ed era pressappoco questa:

    “Non credo che quello che sta succedendo in questo momento, a Parigi, sia simbolo dell’Europa unita e quindi di cittadinanza europea.
    Penso che, in questo momento, ci troviamo dinanzi ad un evento drammatico che ha stretto, solidalmente, le popolazioni degli Stati europei in risposta alla paura, ma siamo lontanissimi dal poter considerare questo come rappresentazione dell’unione dell’Europa.”

    C’è altro da aggiungere?