Categoria: Politica


  • Il mio discorso di fine anno

    Il mio discorso di fine anno

    Anche il 2015 è ormai passato. È stato un anno “fastidioso”, perché è riuscito a porre sullo stesso piano le soddisfazioni con le cocenti delusioni. Ma oltre al guardarci indietro, la fine di un anno serve per tirare le somme e raccogliere tutto ciò che può esserci utile per il futuro.
    Questo anno è stato, per me, pieno di aspettative e non nego che molte di queste si sono realizzate, altre sono in fase di realizzazione, ed altre ancora hanno preso una piega differente, radicalmente opposta, in alcuni casi.
    Leggevo, qualche giorno fa, un detto che pressappoco diceva: se vivi nel passato avrai nostalgia, se vivi nel futuro avrai ansia, se vivi nel presente avrai pace. Io proprio non riesco a non vivere nel futuro. Le ansie ormai fanno parte della mia vita e me le tengo strette, perché le ritengo un valore aggiunto più che una zavorra. Ma questa fame di futuro mi porta, inevitabilmente, ad inciampare nel presente o a girarmi di scatto verso il passato. Questo mi capita da un po’ di tempo e, tutte le volte che inciampo e cado, ho sempre cercato di rialzarmi e di farlo sempre più velocemente. Ecco cosa mi ha regalato questo 2015: la forza. La forza nel prendere di petto tutto ciò che accade, affrontando i problemi a viso aperto. “Hai solo 22 anni, cosa vuoi che ne sappia tu dei problemi veri!” direbbe qualcuno, ed io a quel qualcuno rispondo che ad ogni età, ognuno di noi vive delle battaglie che è sempre bene riconoscere e rispettare.
    Le sfide affrontate quest’anno sono state tante, sfide che hanno riguardato la politica, l’università, altre ancora la sfera personale, ma sono soltanto l’inizio, come quel suono composto da tutti gli strumenti prima dell’inizio di una grande opera di musica classica, avete presente?
    Con questo post, auguro a tutti voi una felice transizione dal 2015 al 2016, che sia di continuità per le cose che ci soddisfano e ci rendono felici, e di discontinuità per le situazioni spiacevoli che vogliamo lasciarci alle spalle.
    Possiamo sapere con una certezza quasi assoluta come inizieremo il nuovo anno, ma non sapremo mai come lo concluderemo. Questo è capitato a me ed è forse questo il bello di vivere nel futuro, camminando nel presente.

    Auguri a tutti voi.

    Ps. spero non vi offendiate per la foto 🙂


  • Lo spot più bello di sempre

    Lo spot più bello di sempre

    Cosa è il genio? Beh, per il momento, è rappresentato benissimo in questi 30 secondi di pura perfezione comunicativa. House of Cards 4 annuncia il suo arrivo attraverso un vero spot elettorale, con il Presidente Underwood candidato alle Presidenziali USA del 2016.

    Tutto qui? Certo che no. Lo spot è andato in onda nel bel mezzo del dibattito tra i candidati alle primarie repubblicane, entrando a gamba tesa nel flusso dei social network, utilizzando l’hashtag #GOPDebate

    Incredibilmente bello ed emozionante! Per non parlare del sito ufficiale.


    Ps. Che fine ho fatto? Sono ancora qui, ma gli impegni universitari mi tengono lontano dal blog fino alla fine della sessione. Ci sentiremo presto.


  • Prima la politica. Poi le armi. Forse.

    Prima la politica. Poi le armi. Forse.

    Prima la politica. Poi, semmai, le armi. Non il contrario.

    Come non essere d’accordo con la posizione assunta dal nostro Paese riguardo l’intervento militare in Siria, Iraq e Libia.
    Responsabilità significa porre questioni politica prima di quelle militari e il nostro Paese sta dando lezione di politica estera a tutta l’Europa e a tutto l’Occidente.

    Non è assolutamente accettabile che la Francia possa considerare sua prerogativa quella di chiamare alle armi un altro Paese membro dell’UE, richiamando il Trattato di Lisbona dopo aver infranto ogni tipo di accordo internazionale, quando ha deciso, all’epoca, di bombardare la Libia assieme al Regno Unito, senza un piano ONU.


  • Ithaka #4 – Officina Teatrale

    Ithaka #4 – Officina Teatrale

    Che la Puglia sia, oramai, officina di tante belle cose è risaputo e, a sostegno di tale tesi, arrivano le tante belle storie che dal nostro territorio nascono e crescono, per poi girare l’Italia e il mondo. Ithaka ha l’intenzione di raccontare queste storie, sin dalla sua prima puntata. E così è stato.

    Coerentemente con la mia missione radiofonica, ieri, venerdì 27 novembre, ho intervistato Stefano Murciano, direttore artistico di Puglia Off, un network al servizio di gruppi teatrali, teatri e spazi dello spettacolo e per gli operatori del settore.

    Puglia Off, dove per Off non si intende Officina, come il titolo può suggerirvi, ma è un aggettivo usato, in ambito artistico-teatrale, per definire quel circuito indipendente, fuori dai grandi canali ufficiali e, dopotutto, questa indipendenza e questa ricerca della qualità la si nota, parecchio anche.

    Non vi anticipo più nulla, se non invitandovi ad ascoltare questa bella intervista ad una realtà che ha tutte le carte in regola per trasformarsi in un simbolo di virtuosismo pugliese in Italia e, perché no, nel mondo.

    Ringrazio ancora una volta Stefano Murciano e tutto lo Staff di Puglia Off per la loro disponibilità e gentilezza.

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    In foto (a partire da sinistra in senso orario): Stefania Gemma Papa, Grazia Lobascio, Antonella Luciana Leone, Aldo Calò Gabrieli, Stefano Murciano.


  • Si stava meglio quando si stava peggio? No.

    Nuovo provvedimento del Governo che investe 1 miliardo in sicurezza e 1 miliardo in cultura.
    Anche in questo momento c’è chi ha il coraggio di lamentarsi e allora mi chiedo se erano più felici con il Governo Berlusconi che sulla sicurezza e sulla cultura aveva preferito tagliare cospicui fondi.
    Si stava meglio quando si stava peggio? Non credo. C’è una parte di questo Paese che non sarà mai contento di come vanno le cose.
    Mi viene in mente, in questi momenti, un concetto molto bello ed importante: un vero governo riformista non è quello che radicalizza il cambiamento, ma che con impegno costante, ogni giorno, compie passi decisivi nel migliorare la vita dei propri cittadini.


  • Fse, un crac preannunciato

    Fse, un crac preannunciato

    Queste sono le notizie che ci giungono dai giornali. Una situazione incresciosa che chiamarla “accanimento terapeutico” mi sembra poco. Una società travolta da scandali, inefficienze e incapacità gestionali non possono che portare ad un’unica soluzione: la dissoluzione e il fallimento. Si dice che l’unico modo per rialzarsi, certe volte, sia quello di toccare il fondo. Spero soltanto che i cittadini possano avere un servizio di trasporto locale adeguato alle loro esigenze, perché, per quanto mi riguarda, il “diritto al trasporto pubblico” potrebbe benissimo essere inserito nella Costituzione.


  • La Severino è legittima

    La Severino è legittima

    A dirlo è la Corte Costituzionale, con la sentenza 236/2015 di ieri, mettendo un punto chiaro ed inibendo ulteriori interpretazioni fuorvianti che hanno visto, oltretutto, alcuni ricorsi alla Consulta sulla legittimità costituzionale della norma.

    Nella sentenza trovate tutte le motivazioni che hanno portato la Corte ad esprimersi favorevolmente alla legittimità costituzionale della L. 190/12 recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione“, meglio nota come Legge Severino. Una chiave di lettura della sentenza la trovate qui.


  • Voi non siete né il Salento né la Puglia

    Voi non siete né il Salento né la Puglia

    Solidarietà. Questa parola andrebbe stampata ovunque, andrebbe incisa su ogni angolo di marciapiedi, case, luoghi pubblici.

    Appartenere ad una comunità significa vivere la propria vita con solidarietà verso chi abbiamo accanto. I problemi di uno, sono problemi di tutti. Ma allora perché questo spot?

    Il Salento vive momenti difficili e tutta la Puglia si stringe attorno ad essa e tale sarà sempre, indipendentemente da chi si trovi in difficoltà.

    L’oleificio Castria, autore dello spot anti-Salento, sono certo si sia già pentito di quanto fatto e spero che chi abbia commissionato ed approvato quello spot abbia cambiato mestiere, perché non può chiamarsi marketing ciò che fa della morale un lusso di cui si può farne a meno.

    Castria, tuttavia, non è Taranto e non è la Puglia e gli effetti di quello spot ci saranno, ma saranno opposti a quelli sperati e questo sia di lezione a tutti.

    Accolgo con favore la posizione assunta dal Presidente Emiliano, il quale ha annunciato che provvederà ad una richiesta di risarcimento per danni se l’azienda non provvederà nel smentire quanto affermato in quello spot e a chiedere scusa al Salento e a tutta la Puglia.

    Noi, comunque, continuiamo a fare il nostro dovere di pugliesi: vigilare e lottare per la nostra terra.