Categoria: Politica

  • Repubblica.it, ieri, ha pubblicato dei dati interessanti (e sconcertanti) circa la presenza di medici obiettori nei nostri presidi ospedalieri.

    Un dato allarmante, che vede superare la soglia dell’80% in moltissime regioni, tra cui la Puglia (86,10%).

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  • Si muore a causa di un aborto, mancato, nel 2016.

    La notizia che rimbalza su tutti i giornali, nelle ultime ore, ha dello sconcertante. Immaginare che una ragazza di 32 anni possa essere deceduta a causa di un’infezione della placenta, durante la gravidanza, che ha ucciso prima i due gemelli in grembo e poi la stessa madre, a causa di un non tempestivo intervento del ginecologo che, stando a quanto riportato dai giornali, fosse obiettore di coscienza e che, quindi, non abbia voluto intervenire prima che i due feti fossero morti a causa dell’infezione stessa.

    C’è chi accusa e chi difende, come ogni volta. Come ogni caso simile.

    Ma se c’è una cosa importante, nel 2016, che dal profondo del cuore mi giunge alla mente è quella di abolire l’obiezione di coscienza, in campo medico.

    Qualcuno griderà alla dittatura, alla mancanza di libertà e democrazia, ma io credo che proprio la presenza, nei presidi ospedalieri, di medici obiettori sia, di fatto, fattore di quella mancanza di libertà.

    “Se sei un obiettore cambia mestiere, non fare il medico. La tua obiezione non può coinvolgere la vita del paziente che, spesso, non ti ha scelto ma ti ha trovato davanti, nel momento del bisogno”. Questo direi se avessi davanti un medico obiettore incapace di scindere le sue obiezioni con il suo lavoro. Tra i più importanti al mondo.

    Parola di Ippocrate. E del progresso.

  • Il titolo è fuorviante, ma il dato che, lunedì scorso, la Gazzetta di Bari ha riportato sulle proprie colonne rispecchia lo stato dei lavori sul Reddito di Dignità (ReD), in Puglia.

    Il numero di domande presentate, nell’Area metropolitana di Bari, è ancora bassa, in relazione alla popolazione – con una percentuale di accoglimento che non corrisponderà al 100%, in quanto sarà necessario verificare la corrispondenza tra requisiti richiesti e quelli realmente in possesso dagli aspiranti beneficiari. E difficilmente tutti ne saranno provvisti (sul sito dedicato, trovate tutte le info).

    Gli ambiti territoriali – divisione geografica dell’Area metropolitana, con comuni capofila – raccolgono dati sconnessi con il territorio di competenza, soprattutto, riguardo la proporzione tra numero di domande presentate e numero di cittadini residenti in quel territorio e, anche, quella tra numero di istanze pervenute o potenzialmente pervenibili e progetti di tirocinio disponibili.

    Ma ReD non si rivolge soltanto a chi ha bisogno di un reddito. Infatti, la Regione Puglia ha realizzato un tour (ancora in corso) per le città pugliesi, con l’obiettivo di informare i cittadini riguardo ReD, rivolto sia a chi potrebbe beneficiare del reddito (ricordiamo che la domanda è “a sportello”, ciò comporta che non esiste una data limite per la presentazione delle domande, ma vige la regola del “chi prima arriva, meglio alloggia”) e sia, e aggiungerei soprattutto, a chi potrebbe presentare progetti di tirocinio volti alla formazione professionale degli idonei.
    Insomma, i cittadini giocano il loro ruolo centralissimo in questa grande sfida del Reddito di Dignità, ma i Comuni – che dovrebbero sollecitare la presentazione di progetti di tirocinio, addirittura presentandone dei propri – non stanno facendo il loro lavoro, creando moltissimi disagi per i cittadini.

    È importante sottolineare, inoltre, il ruolo dei Comuni nella fase istruttoria – per verificare l’ammissibilità delle domande. Fase che in moltissimi ambiti territoriali della nostra ex Provincia non è ancora incominciata, presentando una percentuale di domande analizzate pari allo zero%.

    Fatta la fotografia, il messaggio pare chiaro: i Comuni devono darsi una mossa. Devono avviare le procedure di istruttoria delle domande; devono sollecitare le proprie comunità a presentare progetti di tirocinio, con l’obiettivo di coprire il 100% degli idonei; devono cogliere l’occasione nel presentare dei loro progetti di tirocinio. In poche parole: devono collaborare e fare rete con la Regione, affinché questo strumento rivoluzionario, quale il Reddito di Dignità, possa consentire a tantissimi pugliesi di tornare a respirare e a sperare in una vita dignitosa.

  • Apprendiamo, per mezzo stampa, che il merito della copertura totale delle borse di studio, erogate dall’ADISU Puglia, sia il frutto dell’attività di alcune organizzazioni studentesche presenti all’interno dell’Università.

    In particolar modo, l’associazione “UP – Università Protagonista” accusa i Giovani Democratici pugliesi di essersi appropriati il merito di aver reso reale un diritto di tutti gli studenti.

    Ci fa piacere aver risvegliato i suddetti rappresentanti con la nostra dovuta precisazione di qualche giorno fa, condivisa dal nostro Presidente della Regione, Michele Emiliano.

    Il tutto è nato da un comunicato della Rete della Conoscenza Puglia, con un titolo che tuonava “Borse di studio ADISU 2016/2017 – gli studenti ottengono la copertura totale delle erogazioni a seguito della mobilitazione nazionale e regionale del 7 ottobre 2016”.
    È stato chiaro l’intento di volersi appropriare un risultato che non è, in realtà, frutto della mobilitazione studentesca, ma di un lavoro durato anni da parte dei Giovani Democratici e che ha visto il culmine, al fianco del Presidente Emiliano, durante le Sagre del Programma, in occasione delle Elezioni regionali 2015.
    L’intera Organizzazione giovanile del Partito Democratico si è impegnata a favore della copertura totale delle borse di studio, cercando ed ottenendo un impegno concreto da parte della coalizione di centrosinistra prima, e del Governo regionale poi, per la creazione delle condizioni ottimali per garantire la copertura totale delle borse, cancellando quella vergognosa voce di “idoneo non borsista”.

    Un lavoro fatto senza urlare, attraverso un intenso e costante impegno dei GD Puglia, tramutatosi nell’inserimento, all’interno del Programma di governo regionale, della copertura per tutti gli studenti idonei, per ogni ateneo pugliese.
    Un lavoro, come detto, che non ha origine recente: infatti, già nel 2012, grazie all’impegno dell’allora capogruppo PD in Regione, Antonio Decaro, riuscimmo ad ottenere la copertura di tutte le erogazioni.

    Quello che le associazioni studentesche vogliono ottenere, oggi, è sì una copertura, non delle borse di studio, ma di tutti gli errori commessi in questo anno di rappresentanza, che ha visto le condizioni degli studenti aggravarsi notevolmente.

    È utile sottolineare, a tal proposito, il grande caos a seguito dell’innalzamento delle tasse universitarie, dovuto a […]

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  • Bene ha fatto la Rete della Conoscenza pugliese a scendere in piazza, come ogni anno, per manifestare le proprie posizioni su diversi temi.
    Con LINK – parte della Rete – abbiamo, come Giovani Democratici Terra di Bari, stretto un patto di collaborazione sull’università, durante le ultime elezioni universitarie. Un patto declinato in rappresentanza e sinergia.

    Ma la Rete, a fine giornata, pubblica un video con annesso post su Facebook, nel quale viene evidenziato come l’Organizzazione studentesca abbia ottenuto, da parte della Regione Puglia, la certezza della copertura totale delle borse di studio.

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    Per correttezza politica, oltre che di cronaca, è opportuno che si rettifichi quanto riportato in tale post.

    1. La Giunta regionale aveva dato certezza della copertura totale delle borse di studio dei servizi Adisu 2015-2016 a maggio scorso (Repubblica Bari – 20 maggio 2016) attivando un sistema di sostegno concreto al Diritto allo Studio da parte della Regione che non si sarebbe fermato a quel momento;
    2. La copertura totale delle borse di studio è una battaglia che come Giovani Democratici pugliesi portiamo avanti da anni. Infatti, durante le Sagre del programma, che hanno consentito la definizione del programma di governo della Regione Puglia, come GD ci siamo impegnati affinché venisse inserita, nelle azioni prioritarie della Giunta regionale, la copertura totale delle borse di studio. Come dimostra il programma di governo sul sito istituzionale (pag. 9 e 10).
      Quella battaglia l’abbiamo vinta con quell’impegno assunto dal Presidente Emiliano, durante la campagna elettorale delle scorse Elezioni regionali, e realizzato attraverso l’impegno del Governo della Regione puglia.

    Una nota polemica? No.
    Un Post Scriptum? No.
    Semplicemente, un voler porre le cose in chiaro e dare a Cesare quel che è di Cesare.

    I Giovani Democratici lavorano costantemente per porre all’attenzione delle Istituzioni, ad ogni livello, le problematiche dei cittadini pugliesi. Lo facciamo in ogni momento e lo facciamo con forza.

    Solo chi ha lavorato per quel programma elettorale e partecipato ai tavoli tematici in cui se n’è discusso sa cosa significhi l’importanza di quella proposta accolta e resa reale, dalle Sagre al Governo regionale.

    Per questo, permettetemi, non posso accettare che non venga riconosciuto ai Giovani Democratici pugliesi questo risultato. Un risultato di una generazione che fa politica con impegno, ogni giorno.

  • Unknown-3

    Michele Emiliano è il Presidente di regione più amato del Paese.

    Il sondaggio pubblicato da Piazza Pulita, su La7, nella puntata di questa sera, 6 ottobre, parla chiaro: il 57,4% dei pugliesi gradisce il Presidente Emiliano e l’operato del suo governo, diventando il primo Governatore per popolarità.

    Una grandissima soddisfazione.
    Complimenti a Michele, alla sua squadra e a tutti coloro che lavorano, ogni giorno, per una Puglia all’avanguardia e locomotiva del Sud e del Paese.

  • Questa campagna elettorale referendaria mi ha terribilmente rotto il cazzo. (E siamo ancora a meno 56 giorni dal voto.)
    Quanta pochezza che c’è, nel nostro Paese, quando si tratta di discutere.
    Insulti personali; dichiarazioni che non stanno né in cielo né in terra; interpretazioni assurde di articoli della Costituzione che non esistono; tutti costituzionalisti e pochi costituenti, quasi nessuno.
    Volete che continui? Forse è meglio di no, potrei buttare il computer dalla finestra. Almeno lui salviamolo, visto che la dignità l’abbiamo calpestata per benino.

    Carissimi tutti, o ci diamo una regolata, oppure io non penso di reggere ancora per molto.

    Sogno una politica in cui si discuta nel merito, qualsiasi cosa sia l’oggetto della discussione stessa.
    Sogno un Paese composto da cittadini consapevoli del loro ruolo, in qualsiasi momento.
    Sogno di non dover più scrivere (e neanche pensare) cose del genere.
    Sogno di poter terminare la mia giornata con una ricchezza umana in più di quella che avevo appena alzato.

    Ok. Torniamo a lavorare.
    Scusate lo sfogo pubblico, ma mi ero stancato di dovermelo ripetere in testa, ogni minuto.

  • Il caso Cucchi dovrebbe farci vergognare. Tutti. Come italiani e  come persone per bene che credono nella giustizia.

    Ogni giorno sogniamo di essere un Paese sempre più europeo; di essere un Paese all’avanguardia in tutto; di essere un Paese che non debba vergognarsi di nulla davanti al mondo intero.

    Poi succede che Stefano, secondo i periti interpellati dal gip, sia morto di epilessia, piuttosto che per il massacro che ha subito ad opera di alcuni poliziotti – dal giorno del suo arresto, il 15 ottobre del 2009, fino al 22 dello stesso mese – a Regina Coeli.

    Una situazione vergognosa che fa sprofondare l’Italia ai livelli di quei paesi con i quali, oggi, facciamo la voce grossa, tipo l’India o, peggio, l’Egitto, con il caso Regeni e le prove false che vengono propinate dagli investigatori egiziani a quelli italiani.

    Un Paese che mette in opera un depistaggio, ai danni di una famiglia disperata che cerca la verità sulla morte di un figlio e di un fratello, è un Paese che mi fa paura.

    Vicinanza massima a Ilaria Cucchi e alla sua famiglia. E vicinanza anche a tutti coloro, che come me, hanno paura di un Paese che si dimostra incivile e privo della dignità che solo la Giustizia può dare.