Categoria: Politica


  • La visione di Pasolini

    Era il 2 novembre 1975. Pier Paolo Pasolini veniva ucciso barbaramente e ritrovato nella periferia di Roma, senza anima. Lo voglio ricordare con un suo scritto che mi ha lasciato senza parole, per la grande capacità di descrivere il futuro.

    Pier Paolo Pasolini a Roma, nel 1967. (Franco Vitale, Reporters Associati & Archivi/Mondadori Portfolio)
    Pier Paolo Pasolini a Roma, nel 1967. (Franco Vitale, Reporters Associati & Archivi/Mondadori Portfolio)

    «Prevedo la spoliticizzazione completa dell’Italia: diventeremo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi. Lo so: i comitati di quartiere, la partecipazione dei genitori nelle scuole, la politica dal basso… Ma sono tutte iniziative pratiche, utilitaristiche, in definitiva non politiche. La strada maestra, fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata. Resterà forse, come sempre è accaduto in passato, qualche sentiero: non so però chi lo percorrerà, e come.»

    — Da un’intervista rilasciata a Luisella Re su Stampa-Sera nel 1975.


  • E Di Caprio ci illustra il destino che ci attende (se non cambiamo rotta)

    Eccolo il documentario realizzato da National Geographic e Leonardo Di Caprio sultema più a cuore per il premio Oscar: l’ambiente.

    Inoltre, vi ricordo, che il 4 novembre 2016, entrerà in vigore l’accordo di Parigi, COP21, che punta a ridurre le emissioni inquinanti e molto altro.


  • Il sovraffollamento delle carceri è grave, cominciamo a risolverlo?

    Renzi ha visitato il carcere di Padova, oggi. È importante che il Presidente del Consiglio visitati un luogo di detenzione per poter conoscere, in prima persona, le condizioni in cui riversano i detenuti e il personale che lavora all’interno dello stesso.

    Diverse sono le soluzioni, alcune di queste, quelle più importanti e urgenti, le elenca Patrizio Gonnella, Presidente di Antigone, qui.

    Io ci aggiungo che la legalizzazione della cannabis è un importante step per risolvere un problema così serio come quello del sovraffollamento.

    Dalle oltre 250.000 persone finite in carcere tra il 2006 al 2014 (ovvero gli anni in cui è stata in vigore la legge Fini-Giovanardi). Dal fatto che tenere in carcere queste persone ci costi, ogni anno, oltre 1 miliardo di euro (un terzo del totale dell’intero sistema penitenziario italiano). Del fatto che gli arresti sono rimasti costanti in questi anni, segno che la repressione non è stato un incentivo ad abbandonare certi comportamenti (che fosse l’utilizzo personale di sostanze o lo spaccio).

    Quello che vedete qui sopra è un piccolo trafiletto del report stilato dalla stessa associazione Antigone. Penso che parli chiaro e non ci sia altro da aggiungere.

    Serve accelerare, la situazione è davvero difficile e i diritti umani non possono essere posti in secondo piano. Guardatelo con i vostri occhi.


  • Sui voli Alitalia, ha ragione la Camera di Commercio di Bari

    La Camera di Commercio di Bari entra a gamba tesa su un argomento molto sentito dai pugliesi: quello dei trasporti.

    Il Presidente, Sandro Ambruosi, denuncia l’insostenibile costo dei biglietti per la tratta Bari-Roma con Alitalia che, andata e ritorno, costano circa 1.100 euro. C’è da vendersi un rene.

    Sono d’accordo sulle politiche discriminanti della compagnia, nei confronti della Puglia, che applica tariffe molto diverse rispetto ad altri capoluoghi di regione per raggiungere la Capitale. Bisogna far qualcosa.

    Da una parte bisogna sostenere le compagnie low cost, oggi uniche portatrici di passeggeri nei nostri aeroporti (se i cittadini viaggiano in aereo è, nella stragrande maggioranza dei casi, per la presenza di tariffe agevolate da parte di queste compagnie).

    Dall’altra, credo sia opportuno porre Alitalia con le spalle al muro e sollevare una questione di civiltà che non può rimanere in secondo piano. La cosiddetta compagnia di bandiera non può attuare politiche commerciali discriminanti nei confronti del Sud.

    È opportuno che il Governo nazionale e regionale intervengano sul tema. E ritengo che le associazioni dei consumatori debbano impegnarsi al massimo per ottenere un risultato migliore per il nostro territorio.


  • Bitonto come Gorino? No grazie!

    La Storia è un eterno ritorno dell’uguale, diceva Nietzsche. Qui mi sa che lo si è preso troppo sul serio e, oltretutto, più che di Storia, parliamo di una manciata di ore.

    Dopo le barricate di Gorino contro 12 donne e 8 bambini, ora è Palombaio, frazione di Bitonto, ad essere palcoscenico di una scena simile, se non identica.

    27 richiedenti asilo non voluti dai residenti del luogo, stando a quanto riportato da Repubblica-Bari.

    Una situazione davvero assurda, spero che il Prefetto e le Autorità si impegnino nel far prevalere il buon senso, la civiltà e, soprattutto, la solidarietà di cui l’Italia è esempio nel mondo.

    Bisogna spazzare via la disinformazione e la paura generata dai populismi e da coloro che fomentano il razzismo senza senso.

    Qualsiasi sia la ragione di tale caso, si trovi una soluzione.
    Il Governo, però, si impegni a garantire i servizi e gli strumenti necessari ai comuni, come lo stesso neo Presidente ANCI, Antonio Decaro, ieri, ha affermato in un’intervista televisiva.


  • Dal blog non guadagno un centesimo

    Ieri, un ragazzo mi ha chiesto “ma quanto guadagni dal tuo blog? Vedo che condividi molti post su Facebook. Sicuramente ti farai un sacco di soldi”.

    L’ho guardato, sorridendo, ma sono rimasto in silenzio.

    In silenzio davanti alla manifestazione di un deserto fatto di qualunquismo e di tanti “siete tutti uguali”.

    Capisco che molti utilizzano il loro blog per guadagnare, con il clickbait, ma sono ormai più di 6 anni che esiste il mio e da questo non ho mai guadagnato un centesimo.

    Ci scrivo, con dedizione. Ed ogni volta è una sfida, perché studio prima di pubblicare un post. Studio quello che voglio trattare.

    Il blog è una cosa bellissima, totalmente fuori dalle logiche dei social network. Ti permette di scrivere, di lasciare fissi i tuoi pensieri, senza che questi vengano travolti dalla velocità con cui le informazioni passano sui social.

    Orgoglioso di quello spazio e colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che, almeno una volta, mi hanno letto e mi hanno condiviso.


  • Se 12 donne e 8 bambini fanno paura

    A Goro e Gorino è andato in scena uno spettacolo indegno, disgustoso. Scritto dall’odio, con la regia della paura. Con l’ignoranza nel ruolo di protagonista.

    Scene da guerriglia urbana, pur di non accogliere i più deboli, le prime vittime del caos presente dall’altra parte del Mediterraneo: donne e bambini.

    Chi ha messo in scena tutto ciò non rappresenta l’Italia. Anzi, purtroppo rappresenta uno spaccato del nostro Paese, in pieno Medioevo.

    Mi vergogno. Mi vergogno fortemente.

    L’Italia non è questo! Non può essere questo!


  • La supercazzola del M5S sul dimezzamento degli stipendi parlamentari

    Leggo notizie contrastanti circa il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari. Contrastanti all’interno dello stesso Movimento 5 Stelle.

    Luigi Di Maio, “si scopre”, pare abbia speso più di 100mila euro in tre anni di attività da parlamentare, alla voce “attività sul territorio”. Ma davvero? Vuol dire che, finalmente, Gigino ha compreso che la politica, quella vera, del contatto diretto e costante con i cittadini – senza l’intermediazione di internet – ha un costo? Potrebbe aver, finalmente, imparato qualcosa, nella sua vita.

    Ma il M5S continua, imperterrito, a sostenere la sua proposta di legge sul dimezzamento degli stipendi dei parlamentari, pur di trovare l’escamotage per contrapporsi, in fin dei conti, ad una riforma costituzionale che taglia il numero dei parlamentari e i costi della politica. Avere un nemico aiuta ad unire il fronte e se il PD voterà contro questa proposta, il risultato sperato sarà ottenuto. Gioco facile, quanto banale.

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    Ma poi vedi che, all’interno dello stesso Movimento, esponenti che hanno dato il loro volto allo stesso, dall’inizio della Legislatura, dicono tutt’altro. Affermano che la politica abbia un costo e che, per politici come Di Maio, sempre in giro per l’Italia, sia normale spendere 100mila euro per svolgere il suo tour sul territorio nazionale.

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    E così, dopo la porcata “made in PD” dell’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti – che ha distrutto la libertà di far politica per chiunque, senza differenza reddituale alcuna – oggi ci troviamo a dover discutere di questa ulteriore mazzata alla politica attiva.

    Piuttosto che ridurre le indennità a fini elettorali, io proporrei il ripristino del finanziamento pubblico ai partiti (lo dicevo due anni fa), con una rendicontazione dettagliata e in tempo reale delle entrate e delle uscite per ogni partito destinatario dello stesso, a garanzia di tutti i cittadini. Lo dico da militante, da giovane dirigente di partito che per svolgere la sua attività politica non ha mai chiesto un euro a nessuno ma che, molte volte, è in grave difficoltà per le ingenti spese che la politica porta con se. Girare il territorio costa. Lo sa la Lombardi, lo sa Di Maio, e lo sanno tutti coloro che fanno politica e che l’hanno fatta, almeno una volta nella vita.