Renzi ha visitato il carcere di Padova, oggi. È importante che il Presidente del Consiglio visitati un luogo di detenzione per poter conoscere, in prima persona, le condizioni in cui riversano i detenuti e il personale che lavora all’interno dello stesso.
Diverse sono le soluzioni, alcune di queste, quelle più importanti e urgenti, le elenca Patrizio Gonnella, Presidente di Antigone, qui.
Io ci aggiungo che la legalizzazione della cannabis è un importante step per risolvere un problema così serio come quello del sovraffollamento.
Dalle oltre 250.000 persone finite in carcere tra il 2006 al 2014 (ovvero gli anni in cui è stata in vigore la legge Fini-Giovanardi). Dal fatto che tenere in carcere queste persone ci costi, ogni anno, oltre 1 miliardo di euro (un terzo del totale dell’intero sistema penitenziario italiano). Del fatto che gli arresti sono rimasti costanti in questi anni, segno che la repressione non è stato un incentivo ad abbandonare certi comportamenti (che fosse l’utilizzo personale di sostanze o lo spaccio).
Quello che vedete qui sopra è un piccolo trafiletto del report stilato dalla stessa associazione Antigone. Penso che parli chiaro e non ci sia altro da aggiungere.
Serve accelerare, la situazione è davvero difficile e i diritti umani non possono essere posti in secondo piano. Guardatelo con i vostri occhi.
Sono d’accordo sulle politiche discriminanti della compagnia, nei confronti della Puglia, che applica tariffe molto diverse rispetto ad altri capoluoghi di regione per raggiungere la Capitale. Bisogna far qualcosa.
Da una parte bisogna sostenere le compagnie low cost, oggi uniche portatrici di passeggeri nei nostri aeroporti (se i cittadini viaggiano in aereo è, nella stragrande maggioranza dei casi, per la presenza di tariffe agevolate da parte di queste compagnie).
Dall’altra, credo sia opportuno porre Alitalia con le spalle al muro e sollevare una questione di civiltà che non può rimanere in secondo piano. La cosiddetta compagnia di bandiera non può attuare politiche commerciali discriminanti nei confronti del Sud.
È opportuno che il Governo nazionale e regionale intervengano sul tema. E ritengo che le associazioni dei consumatori debbano impegnarsi al massimo per ottenere un risultato migliore per il nostro territorio.
La Storia è un eterno ritorno dell’uguale, diceva Nietzsche. Qui mi sa che lo si è preso troppo sul serio e, oltretutto, più che di Storia, parliamo di una manciata di ore.
27 richiedenti asilo non voluti dai residenti del luogo, stando a quanto riportato da Repubblica-Bari.
Una situazione davvero assurda, spero che il Prefetto e le Autorità si impegnino nel far prevalere il buon senso, la civiltà e, soprattutto, la solidarietà di cui l’Italia è esempio nel mondo.
Bisogna spazzare via la disinformazione e la paura generata dai populismi e da coloro che fomentano il razzismo senza senso.
Qualsiasi sia la ragione di tale caso, si trovi una soluzione.
Il Governo, però, si impegni a garantire i servizi e gli strumenti necessari ai comuni, come lo stesso neo Presidente ANCI, Antonio Decaro, ieri, ha affermato in un’intervista televisiva.
Ieri, un ragazzo mi ha chiesto “ma quanto guadagni dal tuo blog? Vedo che condividi molti post su Facebook. Sicuramente ti farai un sacco di soldi”.
L’ho guardato, sorridendo, ma sono rimasto in silenzio.
In silenzio davanti alla manifestazione di un deserto fatto di qualunquismo e di tanti “siete tutti uguali”.
Capisco che molti utilizzano il loro blog per guadagnare, con il clickbait, ma sono ormai più di 6 anni che esiste il mio e da questo non ho mai guadagnato un centesimo.
Ci scrivo, con dedizione. Ed ogni volta è una sfida, perché studio prima di pubblicare un post. Studio quello che voglio trattare.
Il blog è una cosa bellissima, totalmente fuori dalle logiche dei social network. Ti permette di scrivere, di lasciare fissi i tuoi pensieri, senza che questi vengano travolti dalla velocità con cui le informazioni passano sui social.
Orgoglioso di quello spazio e colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che, almeno una volta, mi hanno letto e mi hanno condiviso.
A Goro e Gorino è andato in scena uno spettacolo indegno, disgustoso. Scritto dall’odio, con la regia della paura. Con l’ignoranza nel ruolo di protagonista.
Scene da guerriglia urbana, pur di non accogliere i più deboli, le prime vittime del caos presente dall’altra parte del Mediterraneo: donne e bambini.
Chi ha messo in scena tutto ciò non rappresenta l’Italia. Anzi, purtroppo rappresenta uno spaccato del nostro Paese, in pieno Medioevo.
Leggo notizie contrastanti circa il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari. Contrastanti all’interno dello stesso Movimento 5 Stelle.
Luigi Di Maio, “si scopre”, pare abbia speso più di 100mila euro in tre anni di attività da parlamentare, alla voce “attività sul territorio”. Ma davvero? Vuol dire che, finalmente, Gigino ha compreso che la politica, quella vera, del contatto diretto e costante con i cittadini – senza l’intermediazione di internet – ha un costo? Potrebbe aver, finalmente, imparato qualcosa, nella sua vita.
Ma il M5S continua, imperterrito, a sostenere la sua proposta di legge sul dimezzamento degli stipendi dei parlamentari, pur di trovare l’escamotage per contrapporsi, in fin dei conti, ad una riforma costituzionale che taglia il numero dei parlamentari e i costi della politica. Avere un nemico aiuta ad unire il fronte e se il PD voterà contro questa proposta, il risultato sperato sarà ottenuto. Gioco facile, quanto banale.
Ma poi vedi che, all’interno dello stesso Movimento, esponenti che hanno dato il loro volto allo stesso, dall’inizio della Legislatura, dicono tutt’altro. Affermano che la politica abbia un costo e che, per politici come Di Maio, sempre in giro per l’Italia, sia normale spendere 100mila euro per svolgere il suo tour sul territorio nazionale.
E così, dopo la porcata “made in PD” dell’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti – che ha distrutto la libertà di far politica per chiunque, senza differenza reddituale alcuna – oggi ci troviamo a dover discutere di questa ulteriore mazzata alla politica attiva.
Piuttosto che ridurre le indennità a fini elettorali, io proporrei il ripristino del finanziamento pubblico ai partiti (lo dicevo due anni fa), con una rendicontazione dettagliata e in tempo reale delle entrate e delle uscite per ogni partito destinatario dello stesso, a garanzia di tutti i cittadini. Lo dico da militante, da giovane dirigente di partito che per svolgere la sua attività politica non ha mai chiesto un euro a nessuno ma che, molte volte, è in grave difficoltà per le ingenti spese che la politica porta con se. Girare il territorio costa. Lo sa la Lombardi, lo sa Di Maio, e lo sanno tutti coloro che fanno politica e che l’hanno fatta, almeno una volta nella vita.
Credo, fortemente, sia giunto il momento di porre fine all’ipocrisia del proibizionismo, uno dei più grandi fallimenti storici della politica e dell’uomo.
Legalizzare significa fare un passo in avanti verso la civiltà, abbracciando non soltanto l’uso libero e consapevole della cannabis, ma anche la dignità umana, frantumata dalle incarcerazionisenza senso – frutto di leggi retrograde che accostano un detentore di droghe leggere ad un criminale comune. Vi ricordo che, in Italia, abbiamo un problema gravissimo di sovraffollamento delle carceri e una depenalizzazione dell’uso di droghe leggere potrebbe risolvere, in parte, il problema.
Legalizzare, tuttavia, significa anche contrastare la criminalità organizzata, principale fruitore del proibizionismo, generatore del mercato nero della droga. Vi invito a leggere la relazione della Direzione Nazionale Antimafia sul punto.
Orgoglioso di aver firmato – non soltanto con la penna, ma anche con il cuore – e lo sono ancora di più per averlo potuto fare durante la nostra scuola di formazione dei GD Puglia.
Ti invito a fare come me.
Mettici la faccia.
Mettici il cuore e la testa, sempre più proiettata al futuro e non al passato.