Categoria: Politica

  • In questa giornata, l’ultima dell’Era Obama (domani ci sarà l’Inauguration Day con il giuramento di Donald Trump come 45° Presidente degli Stati Uniti), condividerò con voi alcuni dei video che raccontano l’emozionante ascesa di Obama alla Casa Bianca, tutto ciò che è stato Storia per gli USA e per il Mondo intero.

    Incominciamo.

  • Pagina99 prova a spiegarci cosa si sono “inventati” gli intellettuali, negli USA, per dare un senso diverso al loro impegno, mettendolo al servizio dell’opinione pubblica: le riviste. Tanto rivoluzionarie quanto storicamente risalenti ai tempi in cui il proliferare delle ideologie e dei movimenti culturali aveva fatto scoppiare un’intensa produzione di manifesti e riviste diventate, nel corso del tempo, vere e proprie bussole di civiltà e di crescita culturale della popolazione, con osservazioni di spicco, letture alternative delle vicende che occupavano la scena del momento e, anche, la creazione di un “cannocchiale” con cui vedere il futuro di lì ai prossimi decenni.

    Oggi, quel concetto di impegno sta tornando e non posso che essere contento. E tale iniziativa, per essere forte, deve partire da tutti quei ragazzi impegnati nelle università, magari al loro primo dottorato, master o semplicemente nella loro fase post-laurea. Che sia però complementare con il mondo circostante, senza tagliar fuori chi non ha queste qualità.

    L’intellettuale non lo si riconosce dai suoi titoli di studio, ma da quanto riesce a mettere a sistema la sua testa con ciò che lo circonda.

    Se posso segnalarvi una rivista, questa volta italiana, fatta da miei coetanei, non avrei dubbi nel dirvi di leggere e affezionarvi a Pandora. Dateci uno sguardo, leggete e poi ditemi se non è un progetto che arricchisce.

    Per tutto il resto c’è il vasto mondo del web. Ma attenti, TzeTze non è una rivista e né tantomeno utile a crescere.

  • Torno sul blog dopo un periodo di magra. Le ragioni sono diverse, proverei ad elencarvele tutte, ma ci tengo a rendervi note solo le due più importanti: mi sposo e sono cofondatore di un’associazione culturale.

    No, scherzo. Non mi sposo, ma l’associazione culturale l’abbiamo fondata sul serio e l’entusiasmo è molto.

    Ci vediamo in viaGluck.

    L’associazione si chiama viaGluck, un nome nato un po’ così, “filosofeggiando”, come si dice dalle mie parti, ovvero chiacchierando con gli amici che, poi, sarebbero diventato i compagni di questo bellissimo viaggio.

    ViaGluck sarà il mezzo e non il fine. Quest’ultimo sarà creare una cultura che abbracci il mondo circostante, senza remore e preclusioni. Uno spazio che includa e che non escluda, sin dai primi passi. Se volete seguirne il percorso, vi consiglio di seguirci sulla pagina Facebook.

    Giovani Democratici e PD

    Riprendono le attività nei circoli, sul territorio. In queste vacanze ho avuto la possibilità di incontrare diversi circoli dell’Area metropolitana di Bari. Continua il lavoro di ascolto e di costruzione di una rete che consenta a tutti i Giovani Democratici di sentirsi protagonisti della nostra attività politica.

    Assieme alla Segreteria metropolitana programmeremo diverse iniziative su tutto il territorio e sono certo che questo sarà un anno ricco per la politica. Ma anche molto stancante. Ci aspettano le Elezioni politiche? Spero di sì, non se ne può più di questi continui passaggi di campanello.
    Dopodiché, arriva il Congresso del PD. C’è chi lo vorrebbe prima delle Politiche. Io credo sia un errore che non possiamo permetterci.

    Forse ancora si confondono le primarie per la premiership con quelle per la leadership. Abbiamo compreso che Renzi la leadership non sa gestirla, a differenza della premiership. Non si confondano le due cose, altrimenti ci ritroviamo altri quattro anni con un segretario nazionale inesistente. Il PD non è un monopattino con cui arrivare da Largo del Nazareno a Palazzo Chigi.

    Perciò, a parer mio, prima le Politiche, con annesse primarie di coalizione per la premiership. Dopo qualche mese il Congresso del PD e, finalmente, un segretario nazionale che faccia il segretario. Sono stato e sono tutt’ora uno strenuo sostenitore della coincidenza in una sola persona di leadership e premiership, in stile anglosassone, ma per il momento non è fattibile. Congeliamola questa aspirazione, per il bene di tutti.

    Vengo anch’io! No tu no! – Europa e schiaffoni.

    Non potevo chiudere il primo post del 2017 se non con un commento alla notizia del fantomatico passaggio del Movimento 5 Stelle dall’EFDD – Europe of Freedom and Direct Democracy Group di Nigel Farage – il principale sostenitore della Brexit – all’ALDE – Alliance of Liberals and Democrats for Europe – uno dei gruppi più europeisti dell’Europarlamento, guidato da Guy Verhofstadt.

    Rasenta il comico questa vicenda perché il M5S, a colpi di sondaggio sul blog, ha creduto – perché alla fine la richiesta di adesione è stata rispedita al mittente – di poter passare dall’eurogruppo del principale nemico dell’Europa unita a quello rappresentato da colui che la Commissione europea ha nominato come negoziatore, in rappresentanza dell’UE, per far rimpiangere al Regno Unito la scelta di andar via dall’Europa. Insomma, dal bastonato al bastonatore il passo doveva essere breve. Ed invece lo stop è arrivato subito. Menomale.

    Tuttavia, l’Europa non deve ritornare in secondo piano. Si vota per il Presidente del Parlamento europeo e Gianni Pittella – uno dei più attivi, produttivi e convinti europeisti, oltre che capogruppo dei Socialisti e Democratici a Bruxelles – è candidato. Dobbiamo sostenerlo per rimettere al centro i temi sociali nella principale istituzione europea, quella che rappresenta il Popolo europeo e ne è diretta espressione.

  • Amedeo Ricucci, giornalista Rai, collaboratore di The Post Internazionale, ha realizzato questo servizio per TV7.
    Immagini difficili, riprese da droni, da reporter sul campo. Testimonianze vere e impattanti di reporter e attivisti siriani che raccontano l’orrore quotidiano che vivono sulla loro pelle.
    Guardatelo, ve lo consiglio.

  • Bravo Mattia Zunino, in linea con quanto ci siamo detti ieri in Direzione nazionale.

    Serve un partito che faccia il partito e noi, in questo momento, un partito non l’abbiamo.

    Serve una forza politica capace di farsi carico delle istanze dei più deboli, degli ultimi, che provi a porsi domande fondamentali e a offrire risposte utili e opportune.

    I Giovani Democratici ci sono, sono a disposizione non solo del partito ma di tutta la Comunità. Siamo noi, la stragrande maggioranza delle volte, il volto del PD sul territorio. Vogliamo essere non passeggeri di un soggetto politico, ma copiloti.

    Caro Partito Democratico, caro Matteo Renzi, ascoltateci, prendete spunto dalle nostre idee, riflessioni e attingete forza dalla nostra passione.

  • Ho appena concluso il mio intervento in Direzione nazionale dei Giovani Democratici.

    In sintesi, ho detto che è sbagliata la lettura che abbiamo dato al risultato del referendum. Un 40% ibrido non può essere un punto di partenza, ma un punto di arrivo di un modo di intendere la politica. Il punto di partenza deve essere la nostra Comunità e le sue esigenze che da quel voto sono emerse.

    Ho chiesto che ci si impegni più sui temi sociali, generazionali. Dobbiamo essere i portabandiera della nostra generazione, nella politica: lotta forte e decisa contro l’utilizzo mostruoso dei voucher (110 milioni di ore pagati con i voucher è disarmante e allarmante); posizione forte e propositiva contro i tirocini non pagati che ledono la dignità di tutti i giovani che si affacciano al mondo del lavoro; proporre un disegno lungimirante sul diritto allo studio, strumento fondamentale per sostenere le giovani generazioni nella loro formazione; e molto altro.

    Oggi stiamo dando un messaggio chiaro e forte al nostro partito: lì dove questo non è riuscito minimamente, noi GD ci stiamo riuscendo alla grande – un’analisi concreta e cristallina del voto del 4 dicembre con annesse proposte da cui ripartire.

    Noi ci siamo, raccogliamo la sfida generazionale.

    Rimbocchiamoci le maniche e faremo tanta strada, non per un gruppo politico in particolare, ma per una generazione di italiani che manifesta il proprio malessere e chiede aiuto e scelte coraggiose.

    Buona cammino.

  • Lo dico prima di tutto alla mia generazione: non rimaniamo inermi davanti a tanta sofferenza.

    Ribelliamoci, ancor prima che nelle piazze, con noi stessi. Ribelliamoci con il nostro inesistente contatto con la realtà che ci circonda, con la perdita della dimensione unica che accomuna gli esseri umani.

    Guardate quei volti, cosa hanno fatto? Guardate quei corpi, sono colpevoli di qualcosa?

    Guardate quei bambini, potevano essere chiunque, hanno solo avuto la sfortuna di nascere in una parte del mondo difficile, dimenticata dalla pace.

    Mentre siamo comodamente seduti alla nostra scrivania o sorseggiamo qualcosa al bar, pensiamo a loro e cominciamo a far battere il nostro cuore a tamburo per la rabbia, pensando alla distruzione della dignità umana del Popolo siriano e di tutti i popoli sotto le bombe.

  • Ieri ho guardato con interesse la Direzione nazionale del PD, anche se avevo ormai appreso dell’assenza del dibattito post relazione del Segretario. Il punto è che la relazione del Segretario non è stata proprio una relazione ma una replica di quello che ho sentito in questi mesi di campagna elettorale: cose buone fatte, cosa succede all’Europa e all’Italia in Europa, e poi giù di PlayStation e Don Abbondio.

    Nota dolente, anzi, dolentissima, è stata la “messa a tacere” di Walter Tocci, senatore del PD, una delle menti più lucide e forti che il PD abbia mai avuto al suo interno.

    “Vattene a casa” e brusio. Orfini chiede rinvio discussione e saluti a tutti.

    Però io vi consiglio di leggerlo quel discorso che Tocci aveva preparato per ieri. Fortifica e apre la mente.