La supercazzola del M5S sul dimezzamento degli stipendi parlamentari

Leggo notizie contrastanti circa il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari. Contrastanti all’interno dello stesso Movimento 5 Stelle.

Luigi Di Maio, “si scopre”, pare abbia speso più di 100mila euro in tre anni di attività da parlamentare, alla voce “attività sul territorio”. Ma davvero? Vuol dire che, finalmente, Gigino ha compreso che la politica, quella vera, del contatto diretto e costante con i cittadini – senza l’intermediazione di internet – ha un costo? Potrebbe aver, finalmente, imparato qualcosa, nella sua vita.

Ma il M5S continua, imperterrito, a sostenere la sua proposta di legge sul dimezzamento degli stipendi dei parlamentari, pur di trovare l’escamotage per contrapporsi, in fin dei conti, ad una riforma costituzionale che taglia il numero dei parlamentari e i costi della politica. Avere un nemico aiuta ad unire il fronte e se il PD voterà contro questa proposta, il risultato sperato sarà ottenuto. Gioco facile, quanto banale.

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Ma poi vedi che, all’interno dello stesso Movimento, esponenti che hanno dato il loro volto allo stesso, dall’inizio della Legislatura, dicono tutt’altro. Affermano che la politica abbia un costo e che, per politici come Di Maio, sempre in giro per l’Italia, sia normale spendere 100mila euro per svolgere il suo tour sul territorio nazionale.

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E così, dopo la porcata “made in PD” dell’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti – che ha distrutto la libertà di far politica per chiunque, senza differenza reddituale alcuna – oggi ci troviamo a dover discutere di questa ulteriore mazzata alla politica attiva.

Piuttosto che ridurre le indennità a fini elettorali, io proporrei il ripristino del finanziamento pubblico ai partiti (lo dicevo due anni fa), con una rendicontazione dettagliata e in tempo reale delle entrate e delle uscite per ogni partito destinatario dello stesso, a garanzia di tutti i cittadini. Lo dico da militante, da giovane dirigente di partito che per svolgere la sua attività politica non ha mai chiesto un euro a nessuno ma che, molte volte, è in grave difficoltà per le ingenti spese che la politica porta con se. Girare il territorio costa. Lo sa la Lombardi, lo sa Di Maio, e lo sanno tutti coloro che fanno politica e che l’hanno fatta, almeno una volta nella vita.

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