La società è come una casa. Nelle fondamenta troviamo le leggi e ad innalzare le mura troviamo squadre di uomini e donne, queste squadre si chiamano partiti e hanno tutti un loro modo di costruire. C’è chi ruba un mattone, chi scaglia un pezzo in testa ad un altro, chi si rifiuta di sporcarsi le mani e lascia agli altri il lavoro sporco, chi vorrebbe costruire con un metodo condiviso da tutte le squadre. I mattoni sono i provvedimenti, le riforme, i progetti per una casa migliore, ma ciò che manca è il cemento. Il cemento deve necessariamente essere raffigurato dalla fiducia e dalla partecipazione attiva della cittadinanza alla vita politica e amministrativa del proprio Paese, partendo dai comuni, fino ad arrivare al governo centrale.
Oggi faccio una proposta a tutti voi: una domenica di marzo, con i vostri amici più fidati, i vostri amici di partito, della vostra associazione, o con semplice organizzazione collettiva, prendete un tavolino, due sedie, in una vi sedete voi, nell’altra attendete che il cittadino in difficoltà venga da voi e vi spieghi le sue difficoltà quotidiane che è costretto a vivere a causa della non curanza da parte dell’amministrazione comunale. Alla fine della raccolta dati, del mettere insieme le notizie e le lamentele dei cittadini che, sicuramente, con grande interesse, si sono avvicinati a voi, unica fonte di risposte e di sana politica, stilate un documento politico da consegnare alla vostra amministrazione comunale.
Ora, il progetto consiste nel non essere schierati, necessariamente, con un partito o un movimento politico, ma basta semplicemente essere organizzati e volenterosi, il resto vien da se.
Siamo la fonte del cambiamento, non lasciamoci prendere da logiche di partito ormai morte, ma soprattutto non facciamoci attaccare dal morbo dell’immobilità culturale, sociale e politica, malattia che, purtroppo, ha infetto ormai molti giovani.
Trovate il regolamento e degli aiuti (anche del materiale) per l’organizzazione dell’azione di pura cittadinanza attiva, qui.
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