La Repubblica Televisiva

Sono seduto sul divano. Un divano che ha preso tanti pugni, a causa di ciò che vedo in tv. Quel poco di tv che riesco a vedere e che voglio vedere. Sono solo due le trasmissioni che vedo, una è Annozero, l’altra è Ballarò.

In una settimana è stata messa in atto una tattica da moralisti doppiogiochisti. Se da un lato la destra inneggia al valore del dialogo e del confronto, del voler mettere la presunta “verità” sulle vicende di Arcore sul tavolo, dall’altra alla prima occasione, alza i tacchi e scappa via dagli studi televisivi.

Sono con il mio pc davanti alla tv, ora, in questo momento, e vedo più spazzatura di quanta ce n’è a Napoli e  non è poco. Vedo una politica vuota, un contenitore di idee senza idee, ma piena di immondizia sociale e di una frenetica ricerca del voto.

La funzione di un ministro, in tutto il mondo, è associata ad un lavoro squisitamente al servizio dello Stato. In Italia il ruolo dell’esemplare titolare di un dicastero, tipo quello allo Sviluppo Economico, che di tutto parla in tv, tranne di sviluppo, di riformulazione logistica di aspetti inerenti alla crescita economica e del sistema di controllo dello Stato stesso. Nessun politico, oggi, parla di sviluppo, di economia, di ambiente, di società, di lavoro, di scuola, di università, di riforme. Tutto gira intorno a B. e ai suoi scandali sessuali. Ne ho le scatole piene.

La sensazione di vomito mi arriva quando, un sottosegretario all’attuazione del programma, sempre in tv, mostra il suo dito medio agli italiani.

Il Paese sta subendo di tutto. I cittadini hanno difficoltà ad andare avanti. Sbucano come funghi i compratori di oro e sono super affollati.

Super affollate sono anche le palle dei cittadini. Le mie.

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