In Puglia ci sono 3 personaggi importanti, uno è Vendola, l’altro è Checco Zalone (appena salito sul palcoscenico) e l’ultimo è il sig. Diossina, con residenza a Taranto.
La diossina sta sconfiggendo l’uomo, il suo creatore, o meglio, il suo guru. A Taranto sono stati abbattuti ben 1600 capi di bestiame, perchè contenenti una percentuale di diossina superiore alla norma. L’ipocrisia dell’uomo spinge a creare sistemi di controllo e di mantenimento, anzichè di eliminazione perenne della produzione ed emissione di sostanze nocive nell’aria.
I cittadini si ribellano, creano class action per chiedere 3 miliardi di euro di danni, sbandierano il diritto alla salute e ciò che ricevono è una legge regionale che regola le emissioni fino ad un massimo di 2,5 nanogrammi a metro cubo, obiettivo finale, arrivare a 0,4 nanogrammi al metro cubo. Peccato che l’ILVA di Taranto non abbia ancora capito che se c’è la legge, bisogna rispettarla ed evitare problemi come quelli scoperti nei giorni scorsi.
“Una scoperta senza precedenti”, così il TG Leonardo sulla terza rete, oggi ha annunciato la scoperta da parte delle autorità preposte, peccato però che ad aver scoperto l’acqua calda, prima o poi si rimane scottati. La diossina a Taranto c’è da sempre, almeno da quando l’ILVA ha aperto i battenti.
L’ILVA, si proprio lei, la vera Taranto, la vera città, quello che chiamano città, oggi, in realtà è la periferia. L’acciaieria è grande il doppio di Taranto e le sue polveri arrivano dappertutto. Da casa mia, Noci (BARI), in lontananza si vedono le luci della bestia, nel balcone trovi cumuli di polvere, made in ciminiera.
Nella città pugliese, una delle più invivibili d’Italia, dove il rapporto spazi verdi/uomo è pari ad una foglia d’insalata, la diossina ha raggiunto il cuore dell’economia tarantina, le cozze.
Nella cozza tarantina è stata trovata una presenza di diossina superiore alla norma. La diossina è autorizzata nelle cozze fino ad un certo punto, poi suona l’allarme “abuso”. Ora andiamolo a dire a tutti gli amanti della cozza, del pesce crudo. Diciamolo ancora di più ai pescatori, a chi coltiva le cozze.
L’economia ha la stessa legge della giungla, il più grosso mangia il più piccolo. L’ILVA pur di campare, preferisce ammazzare la gente e l’economia tradizionale del Mar Piccolo.
Il Ministro Fazio, sentinella della sanità nazionale, blocca l’importazione di uova e carne dalla Germania, ma evita di fare controlli sul territorio nazionale, lasciando che i cittadini siano, relativamente, più tranquilli.
Prepariamoci a gustare un ottimo trionfo di cozze alla diossina, su letto di verdure contaminate, contornate da tagliata di vitello morto avvelenato, tutto in salsa rosa.
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