Cosa ne sarà del Nostro Paese tra 20 anni? Io, qualche volta, me lo chiedo e mi interrogo su quali saranno le differenze da quello attuale. La società come si muoverà? Come si svilupperà il nostro sistema scolastico? Come saranno le televisioni? E soprattutto, esisteranno ancora? O verranno rimpiazzate da altro? Come saranno le giovani generazioni tra 20 anni? Precarie e sofferenti come quelle attuali? Ma la domanda più grande, su cui ruotano tutte le altre domande prima esposte, è: come sarà la politica tra 20 anni?
20 anni fa, pressapoco risalente tra il 1992/1994, secondo alcuni commentatori, nacque la Seconda Repubblica: un cambiamento repentino, improvviso della vita politica del Nostro Paese, fomentato da continui terremoti giudiziari da parte di Tangentopoli.
Conosciamo tutti la storia della S.R. e soprattutto conosciamo cosa la distingue dalla prima: i nomi dei partiti. Basta, direte voi? Secondo me, per il mio modesto parere, ritengo che la seconda dalla prima si differenzia solamente da un concetto: ora è il leader a scegliersi il partito, oppure esistono partiti ad immagine e somiglianza dei loro leader, come si suol dire, non è il partito ad essere l’apice della persona, ma è la persona l’apice del partito.
Il Popolo delle Libertà è l’esempio concreto di un partito destinato a scomparire, non appena Berlusconi uscirà di scena. Ecco perchè si sta tentando di portare la figlia-manager in politica, ciò che conta è il cognome, ciò che conta è personalizzare una politica ormai morta. Saremo in grado di cambiare noi, prima di cambiare il resto? La classe politica attuale, in sincronia con la psicologia generale del nostro modo di essere, si riempie di parole, di ottime citazioni: “…cambieremo il Paese”, “…con noi per la novità della politica e per una vera speranza di cambiamento”. Casini afferma che è il più corteggiato della politica, bene, prima cosa vorrei capire dov’è la novità del terzo polo, poi vorrei sapere come e quando sarà deciso colui che porterà avanti la “carretta” [cit. Bersani], o meglio, la terza carretta. In natura tutto è diviso in due caratteristiche, tutto è in coppia, gli opposti sono due: buio e luminoso, cattivo e buono, nero e bianco e così via. Se la destra è una merda, la sinistra non di certo da meno (allo stato attuale), mi chiedo cosa sia il centro. Se il “centro” è tra la destra e la sinistra, vuol dire che ha un po’ di uno e un po’ dell’altro, quindi è una totale merda, una merda a due colori, la peggiore.
Come pensano i ragazzi di oggi, ma soprattutto, come guardano tutto questo le giovani generazioni? I prossimi dirigenti, i prossimi politici, i prossimi protagonisti di questo Paese ormai allo scatafascio? Ritengo sia necessario fare una cosa, prima di qualsiasi altra, convincere noi stessi che siamo importanti, siamo gli unici che possono cambiare le cose, che possono ridare credibilità a questa politica marcia e maleodorante. Crediamo in noi stessi, altrimenti nessun’altro lo farà veramente.
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