Firma l’appello
I firmatari di questo documento richiedono che vengano adottati alcuni provvedimenti in grado di favorire una migliore conoscenza di questa musica sul territorio nazionale e all’estero e migliori condizioni per i musicisti, gli organizzatori e le altre figure professionali del settore.
In particolare richiedono:
– Un diverso sistema di finanziamento della musica superando i limiti del Fus, con una maggiore attenzione per le strutture specializzate nel jazz e nelle musiche d’oggi, stemperando il privilegio esistente, nella prassi se non nella legge, verso la musica classica.
– Che nella determinazione dei finanziamenti venga premiato il “rischio culturale”: l’attività dei musicisti giovani o di quelli impegnati nella sperimentazione di nuove forme e nuovi linguaggi; l’attività dei promoter che operano in zone periferiche e disagiate.
– L’adozione di parametri di valutazione che favoriscano il lavoro dei musicisti libero-professionisti, oggi penalizzati rispetto a quelli stabilmente occupati.
– L’istituzione di una orchestra nazionale del jazz, dotata di fondi per la creazione di nuovo repertorio, e per la diffusione di questa musica sul territorio. Ad essa dovrebbe affiancarsi un’orchestra giovanile, selezionata assieme ai conservatori e alle istituzioni non statali riconosciute.
– L’istituzione nel campo del jazz e delle musiche d’oggi di uno speciale fondo per il sostegno dell’attività all’estero, ambito nel quale attualmente i musicisti italiani operano in un regime che potremmo definire di “concorrenza sleale”, stante che l’attività dei loro colleghi di altri Paesi europei è da decenni sostenuta dai rispettivi istituti di cultura. Per contro i pochi fondi attualmente destinati al sostegno dell’attività all’estero sono destinati esclusivamente alla musica classica.
– L’istituzione di un fondo per la cooperazione, volto a favorire le strutture di musicisti associati e le co-produzioni fra strutture organizzative.
– Un costante lavoro sulla formazione e sul decentramento, nella ricerca di nuovo pubblico a partire dalle scuole (dove le occasioni per conoscere la ricchezza dei vari linguaggi musicali sono pressoché inesistenti) e rafforzando le occasioni formative, dalle scuole di musica fino ai centri di alta specializzazione.
– Una più ampia presenza nelle commissioni di valutazione di esperti di musica jazz ed attuale, non limitandola ai soli rappresentanti della musica classica, e l’inclusione di commissari designati “dal basso” (promoter, musicisti, associazioni, produttori).
Val la pena rilevare infine che le nuove generazioni hanno accesso al jazz già nel sistema educativo pubblico, che lo ha da tempo equiparato alle altre musiche. Infatti le cattedre di jazz nei conservatori sono numerose ed affollate; anzi alcuni conservatori si tengono in piedi solo grazie all’alto numero di studenti di quelle classi. In conseguenza di questo processo, il sistema pubblico della concertistica dovrà quindi accogliere nuove e ancor più numerose fasce di musicisti e di spettatori. Sarà bene che si attrezzi a farlo prima possibile, salvo si vogliano produrre musicisti disoccupati e spettatori frustrati.
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