Nell’ombra

Ieri si è tenuta a Roma la Notte della Rete, una manifestazione a favore della libertà di parola, contro la decisione dell’AGCOM sulla censura di internet. Molti i partecipanti, altrettanti gli internauti che, da più di 200 siti e blog, hanno seguito l’evento in live.
Tra i diversi interventi, c’era l’IdV, con Di Pietro, SeL, la Bonino e tanti altri esponenti politici. Manca qualcuno? Il PD? No, il Partito Democratico c’era, attraverso un messaggio scritto da Bersani, nella quale descrive la rete “ossigeno della democrazia”. Tutto qui? E beh, penso proprio di si. C’era Pippo Civati, che è forse uno dei pochi della direzione nazionale ad usare internet ed avere un blog, aggiornato quotidianamente. Ma Civati non ha l’onere di farsi portavoce dei progetti locali che il partito porta avanti nei territori. Non è accettabile che il progetto sull’Open Source pugliese, costruito e portato in Consiglio Regionale dal PD, venga sbandierato da un coordinatore nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, con l’accostamento all’interesse che Vendola ha con lo sviluppo dell’informatica e delle nuove tecnologie (ricordo che Vendola ha firmato un patto con la Microsoft e la Microsoft non ha Open Source). Un compito fondamentale che la classe dirigente del partito non porta più avanti è il raccogliere, descrivere ed elogiare quelle grandi azioni sul territorio che, a mio avviso, potrebbero poi essere sviluppate su scala nazionale e/o riutilizzate in altri territori e regioni.
Bisogna essere consapevoli di questi progetti, e tornando a Stefano Esposito, verrebbe da dire: la linea del partito la si costruisce dalla base.

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