Ho appena concluso il mio intervento in Direzione nazionale dei Giovani Democratici.
In sintesi, ho detto che è sbagliata la lettura che abbiamo dato al risultato del referendum. Un 40% ibrido non può essere un punto di partenza, ma un punto di arrivo di un modo di intendere la politica. Il punto di partenza deve essere la nostra Comunità e le sue esigenze che da quel voto sono emerse.
Ho chiesto che ci si impegni più sui temi sociali, generazionali. Dobbiamo essere i portabandiera della nostra generazione, nella politica: lotta forte e decisa contro l’utilizzo mostruoso dei voucher (110 milioni di ore pagati con i voucher è disarmante e allarmante); posizione forte e propositiva contro i tirocini non pagati che ledono la dignità di tutti i giovani che si affacciano al mondo del lavoro; proporre un disegno lungimirante sul diritto allo studio, strumento fondamentale per sostenere le giovani generazioni nella loro formazione; e molto altro.
Oggi stiamo dando un messaggio chiaro e forte al nostro partito: lì dove questo non è riuscito minimamente, noi GD ci stiamo riuscendo alla grande – un’analisi concreta e cristallina del voto del 4 dicembre con annesse proposte da cui ripartire.
Noi ci siamo, raccogliamo la sfida generazionale.
Rimbocchiamoci le maniche e faremo tanta strada, non per un gruppo politico in particolare, ma per una generazione di italiani che manifesta il proprio malessere e chiede aiuto e scelte coraggiose.
Buona cammino.
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