Il caso Cucchi dovrebbe farci vergognare. Tutti. Come italiani e come persone per bene che credono nella giustizia.
Ogni giorno sogniamo di essere un Paese sempre più europeo; di essere un Paese all’avanguardia in tutto; di essere un Paese che non debba vergognarsi di nulla davanti al mondo intero.
Poi succede che Stefano, secondo i periti interpellati dal gip, sia morto di epilessia, piuttosto che per il massacro che ha subito ad opera di alcuni poliziotti – dal giorno del suo arresto, il 15 ottobre del 2009, fino al 22 dello stesso mese – a Regina Coeli.
Una situazione vergognosa che fa sprofondare l’Italia ai livelli di quei paesi con i quali, oggi, facciamo la voce grossa, tipo l’India o, peggio, l’Egitto, con il caso Regeni e le prove false che vengono propinate dagli investigatori egiziani a quelli italiani.
Un Paese che mette in opera un depistaggio, ai danni di una famiglia disperata che cerca la verità sulla morte di un figlio e di un fratello, è un Paese che mi fa paura.
Vicinanza massima a Ilaria Cucchi e alla sua famiglia. E vicinanza anche a tutti coloro, che come me, hanno paura di un Paese che si dimostra incivile e privo della dignità che solo la Giustizia può dare.
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