Quello che sto vedendo in questi giorni è a dir poco estenuante, ridicolo sotto certi aspetti.
C’è un caso grave, come lo sono stati molti altri, che sta interessando il Comune di Quarto e, quindi, il Movimento 5 Stelle, maggioranza in quel comune.
Un consigliere comunale dei 5 Stelle, Giovanni De Robbio, tesseva rapporti con clan della Camorra, portando voti al Movimento durante le elezioni amministrative. Un caso preoccupante, come, torno a ripetermi, lo sono stati molti altri, in cui esponenti di altre forze politiche – vedi Forza Italia, NCD e lo stesso mio partito, il Partito Democratico – hanno fatto lo stesso. Lo dicono i fatti di cronaca.
E quindi? Mal comune mezzo gaudio? Assolutamente no. Mai. Ma una piccola riflessione voglio farla, rivolgendomi soprattutto agli attivisti del Movimento 5 Stelle.
Dunque. Inizierei col dirvi che quello che sta succedendo, dalla campagna mediatica contro il Movimento ai continui battibecchi sui social, è semplicemente il concretizzarsi del detto “chi di spada ferisce, di spada ferisce” o “di chi la fa, l’aspetti”. A cosa mi riferisco? Semplice: quando il 99% della comunicazione di un movimento politico è basato sull’andare contro gli altri, questi altri, alla prima occasione, vi chiederanno il conto e così è quello che sta succedendo. Ben vi sta. Magari cominceremo tutti a capire che fare politica non è tifo o scontro perenne, ma è ben altro. Questo però lo dico anche al mio partito, al quale chiedo di alzare il confronto sui temi importanti, in discussione in questi giorni, come le unioni civili, ad esempio.
Sono davvero stupito, cari attivisti a 5 Stelle, di come abbiate maturato la capacità di fare distinguo da un giorno all’altro. Quando qualcuno parla di Quarto subito la risposta è “la persona responsabile è stata allontanata dal Movimento”. Bene. Quindi ora comincerete a fare i distinguo anche per gli altri, spero. Perché fino ad ora, ad ogni scandalo o scandalicchio che sia, mi sono giunte sempre le stesse parole “il PD è il Partito dei Detenuti” o “il PD è colluso con la mafia”. Generalizzare è sempre stato a sfavore di chi generalizza, come è ben possibile comprendere, ma se dovessi utilizzare lo stesso schema logico, dovrei dire “il M5S è colluso con la mafia”. No, mi dispiace. Non lo dico e mai lo dirò. Perché se c’è una cosa che difendo è la ragione e questa non può essere associata al qualunquismo. Mai.
Cosa imparare da tutto questo? Che il marcio si nasconde ovunque e nessuno, con tutte le regole del mondo, può scongiurarne la presenza al 100%. Reagiamo al marcio con la lucidità di chi crede che le persone oneste (termine che non è di proprietà di nessuno) siano ovunque e che per individuare i farabutti basti puntare il faro sulla faccia del colpevole, non illuminando la stanza senza criterio. Non so se ho reso l’idea.
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