Oggi, per Post Meridiani, ho scritto questo post. L’ho fatto senza guardarmi indietro, devo esservi sincero.
[…] Dicono che la libreria più importante sia quella che c’è in ognuno di noi – quella dell’anima – per definizione astratta. Sono d’accordo con questa teoria e, per quanto possa sforzarmi di non pensarci, credo che nel nostro tempo, a giudicare dall’aridità dei sentimenti e dall’odio che rimbalza, come un proiettile impazzito, da un essere umano ad un altro, credo che quelle librerie siano vuote o che siano state distrutte dall’onda anomala della barbara ignoranza. Ecco perché, quando sento parlare di cultura, non posso che pensare ad una rivoluzione. Tutta in salita, ma non senza una meta.
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