Che delusione.
Queste primarie, sono state una delusione grande, una delusione che non riguarda il risultato, ma che fa i conti con i metodi, quei famosi metodi alla base della politica, specchio di chi concorre, di chi partecipa ad una competizione e deve confrontarsi con altri. Ma con altri chi, poi? Con quelli del centrodestra? No. Con quelli del centrosinistra, con noi stessi.
Sembra di vivere un film erotico, dove chi si definisce più di sinistra prova un piacere quasi simile al raggiungimento del Nirvana, eppure non sanno che in quel preciso istante stanno sprofondando nell’abisso dell’autocompiacimento, di un dover giustificare sempre e comunque le proprie scelte senza poggiarsi su una base solida, ma dovendosi aggrappare a “gli altri”, pur di sopravvivere, pur di ottenere una medaglietta sul petto, con inciso sopra “La verasinistra”.
“Vera”, perché si è dell’idea che ce ne sia una finta, una che si traveste e si spaccia per quello che non è. Ma soprattutto che la maschera è diversa a seconda di chi ci si trova davanti. Un candidato alle primarie non è di sinistra perché c’è uno che si definisce più a sinistra di lui, un militante non è di sinistra se non fa scelte che qualcun altro ha confezionato come “di sinistra”.
Durante questa campagna elettorale, mi è stato detto di tutto. Per alcuni sono un democristiano (in senso dispregiativo), dagli stessi che ogni 9 maggio versano fiumi di lacrime, con un post su Facebook, nel ricordare l’uccisione di Aldo Moro.
Per altri non sono un “giovane vero“, secondo la teoria post-moderna che quello autentico, se fa una scelta di minoranza una volta, la dovrà fare sempre e comunque, anche se quella scelta non lo convince, o anche perché ci si arrocca dietro l’idea di rappresentare l’unica reincarnazione di una politica sana, rispondente ai canoni del famigerato rinnovamento (e qui ritornano le scene del film erotico di cui sopra).
Per fare sintesi, come ciliegina sulla torta, mi hanno definito “non di sinistra”. Ma cosa è la sinistra? Se lo chiedeva pure Giorgio Gaber, quel Gaber cantato sotto la doccia, simbolo della sinistra.
Ma il grande artista diceva
Tutti noi ce la prendiamo con la storia
[…]
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.
L’ideologia, l’ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è il continuare ad affermare
un pensiero e il suo perché
con la scusa di un contrasto che non c’è
se c’è chissà dov’è, se c’é chissà dov’é.
Avendo scelto di annoiare chi ha avuto il coraggio di leggermi, immaginandomi davanti allo specchio, formulo una mia descrizione di cosa significa essere di sinistra ed il perché credo di esserlo, ma senza dover necessariamente metterci un “più” davanti.
Essere di sinistra significa, certamente, dover essere sempre onesti; aiutare gli ultimi; non inquinare e lottare per un ambiente migliore; essere trasparenti e coerenti con quel che si dice e si pensa; essere al fianco dei lavoratori e sostenere un sindacato forte ma che sappia rinnovarsi; impegnarsi in qualsiasi cosa si faccia, valorizzare e non tradire la fiducia che gli altri ripongono in te; lottare contro gli sprechi, contro chi ruba, contro gli affaristi e contro chi entra in politica per farsi gli affaracci propri; essere di sinistra significa, però, anche guardare dentro se stessi, prima di giudicare gli altri; essere di sinistra significa non credersi moralmente superiori a nessuno, ma sapere di far parte di una società in cui chi la pensa diversamente da noi ha la nostra stessa dignità, la nostra stessa ragione di credere in qualcosa in cui riconoscersi, per cui impegnarsi.
Disprezzare è fascista. Parteggiare, come diceva Gramsci, è altra cosa. Perché disprezzare significa contrapporsi ad ogni costo e la contrapposizione genera malessere in chi la fa, in chi viene travolto e in chi la osserva. Non costruisce nulla, ma distrugge.
Ma in questo post democristiano di un falso giovane che si spaccia di sinistra, il messaggio è chiaro: o Gaber era un veggente, oppure il tempo passa, i volti pure, ma tutto il resto è sempre uguale.
Tutto il vecchio moralismo è di sinistra
la mancanza di morale è a destra
anche il Papa ultimamente
è un po’ a sinistra
è il demonio che ora è andato a destra.
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