Ho sempre sostenuto che inglesizzare le riforme è solo un modo per sentirsi ad un livello più alto, anche se non riesco a capire cosa possa migliorare, l’uso dell’inglese, in Italia, nel chiamare la riforma del lavoro, “Jobs Act“.
Sarà forse la poca chiarezza di tutto lo schema? Sarà la voglia di far parte di una Comunità europea saldata, non solo sul piano finanziario, ma anche su quello linguistico?
Andrea Moro, docente di Economia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, mette i puntini sulle i alle tante cose che si sono dette sul Jobs Act di Renzi, sui licenziamenti, sull’art.18 e chi più ne ha più ne metta.
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