Ma io dico, il PD oltre ai problemi collettivi (del Paese, ecco) deve, sempre e comunque, fare i conti con le sue fissazioni?
È una sindrome particolare, che colpisce tutti coloro che diventano “classe dirigente” del partito, eppure Epifani alla guida della CGIL me lo ricordavo diverso.
Da una parte ci si preoccupa delle reazioni che potrebbe avere Berlusconi, da un giorno all’altro, dopo la sentenza della Cassazione, dall’altra si studiano attentamente le mosse di Renzi, per paura di vederselo arrivare alla porta con i cartoni per il trasloco da Palazzo Vecchio al Nazareno.
Un PD così proprio non serve. Se c’è qualcuno che aspetta di sapere la fine di B. per poter creare un nuovo soggetto tra gli orfani del PdL e i 101 del PD, si faccia avanti e vada via dal partito. Non è espulsione, ma magari aiutiamo un po’ di gente a capire cosa voglia fare da grande e magari lasciare ad una nuova generazione, non di rottamatori, non di turchi, niente di niente, solo una nuova generazione di democratici che ha a cuore le sorti del partito.
Oggi lo dico e lo ripeterò sicuramente, sta situazione mi ha proprio rotto i coglioni. Scusate il francesismo (non ho detto franceschinismo).
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