Mentre Epifani annuncia il Congresso PD entro l’anno, io propongo qualcosa di diverso da quella che è la tendenza nazionale: primarie per eleggere, con e per i cittadini, i nuovi segretari di circolo del Partito Democratico.
Più volte si è ribadita la necessità (sbagliata) di ritornare ad un congresso chiuso, fatto di tesi, falsi probiviri, ridando in mano alle correnti il potere decisionale su chi dovrà guidare (far rinascere) il PD nei prossimi anni. Quanto di più sbagliato ci possa essere.
Si giustificano con l’altolà verso chi potrebbe cercare di intrufolarsi e depistare la linea del partito, ma come disse qualcuno, chi è quel pazzo che si vuole intrufolare nel PD con tutto quello che il PD sta passando? Mai qualcosa di più chiaro. Mai qualcosa di più necessario: la gente che comincia ad interessarsi al PD.
Non dobbiamo avere paura di chi si “intrufola”, perchè un partito che teme il contributo dall’esterno o non ammette partecipazione che non sia radicata in 50 anni di correntismo, non è un partito e non può essere il PD.
Dobbiamo riprenderci il partito e non possiamo assolutamente assistere all’ennesimo passaggio di consegne da una corrente ad un’altra. Siano i cittadini a decidere, così come decisero nel 2009, per la segreteria nazionale e regionale. Estendiamo le primarie anche per le segreterie locali, sia provinciali che di circolo. L’obiettivo è quello di creare anche primarie non autorizzate, perchè alla fine conta il risultato e non il metodo (in un certo senso), basta un gazebo e dei moduli prestampati con i nomi dei candidati. Il congresso lo si farà per le strade e non in una saletta chiusa. Ci guadagneremo tutti, perchè l’obiettivo è quello di invertire la rotta e portare alla fase nazionale la volontà degli elettori, dei cittadini.
Credo che se l’onda che travolgerà il Partito Democratico, nella sua fase congressuale, sarà frutto della partecipazione democratica e non delle ennesime lotte tra correnti e/o nostalgici delle vecchie sigle, beh, il PD starà facendo il passo giusto per trasformarsi in quello che si è sempre professato di essere: un partito popolare, aperto, al passo con i tempi e in grado di rigenerare nuova linfa per la politica del Paese. Ora più che mai serve partecipazione. Ora più che mai dobbiamo pretenderla. Ora più che mai il PD non può chiudersi in se stesso. Ora più che mai il PD deve diventare il PD.
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