Lo abbiamo visto anche questa volta, con la chiusura del bilancio dell’Unione Europea. Un tira e molla infinito, che ha prodotto una situazione indecifrabile, soprattutto sul piano delle risorse, non tanto nella loro quantità e qualità di smistamento, quanto per l’assurdo teatro che si cela dietro ogni riunione del Consiglio Europeo.
Il Partito Popolare Europeo ha l’egemonia sui maggiori organi istituzionali dell’EU, il risultato quindi è sempre lo stesso: poco investimento sull’innovazione, con qualche caso sporadico, austerity allo stato puro e interessi politici alle stelle che non fanno bene all’Europa.
Il personaggio più in vista in questa vicenda? David Cameron e il suo euroscetticismo a giorni alterni, minacciando un referendum su “Europa si, Europa no” e vincolando il suo appoggio alla previsione di bilancio se le cifre non superavano i 905 miliardi di €. Vi invito a leggere il resto.
Campagne elettorali alle porte, leader europei in piena scena elettorale, una tra tutte la Germania,al voto il 22 settembre di questo anno e con la CDU della Merkel sul filo del rasoio. Una Europa al servizio della politica nazionale anziché delle politiche nazionali, intese come azioni per il rilancio degli Stati Membri? Sembra di si e questo è il segno di come l’Europa in queste condizioni è un progetto a rischio fallimento.
Ecco il documento programmatico sul bilancio UE del 8 febbraio 2013:
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