“L’impegno politico, a quasi 20 anni, è uno spreco di energie e di tempo, ti rovini solo la gioventù e la vita. Lascia fare ai grandi.“, dicono i grandi “luminari”, sbagliando amaramente.
Sarò noioso con questo post? Me ne scuso, non andate oltre queste parole, se volete, ma sentivo la necessità di esternare quelle motivazioni che mi hanno spinto, tempo fa, a non essere più uno spettatore, ma a rimboccarmi le maniche per dare il mio contributo, sbagliando o facendo la cosa giusta.
Si ho sbagliato tante volte e sicuramente sbaglierò ancora, ma dopotutto “siamo uomini o caporali”? Errare humanum est, dicevano gli antichi e non avevano tutti i torti.
Politica. Questa parola che tanto fa discutere, che tanto lascia il segno in chi si prefigge il compito di “entrarci”, di “impegnarsi nella” e che lascia con la nausea chi crede che P O L I T I C A sia solo ed esclusivamente partiti, tangenti e poco più.
La Politica, per me è qualcosa che va oltre un mero senso di appartenenza ad un simbolo o ad un determinato schieramento, credere oggi di poter cambiare le cose senza politica vale a dire partecipare ad una corsa automobilistica a piedi, nulla di più contraddittorio. Cominciamo a capire che nell’esatto momento in cui discutiamo di un problema e ne cerchiamo una soluzione, quella è Politica, la tanto sbandierata Buona Politica.
Quasi 5 anni fa, fondai assieme ad un gruppo di ragazze e ragazzi un’associazione studentesca, l’Unione degli Studenti del Sud-Est Barese, tante incognite, tante perplessità, eppure siamo riusciti a lasciare un segno indelebile nel “primo libro” di quella organizzazione, attraverso il mercatino del libro usato, iniziative, sit-in, dibattiti e brainstorming. Formule che ci diedero la possibilità di raggiungere più giovani e il gruppo crebbe, fino ad arrivare ad una quarantina di tesserati e forse più in pochissimo tempo (non ricordo bene, adesso). Ma qual’era stato il miracolo che questo gruppo di ragazze e ragazzi aveva compiuto nel loro piccolo? Semplice, erano riusciti ad abbattere quel tabù che per gran parte delle giovani generazioni è, ancora, impronunciabile: “impegno civico, politico e sociale”. Oggi molti di quei ragazzi hanno preso strade diverse, c’è chi ha continuato e si trova a gestire quell’associazione a livello regionale e provinciale, c’è chi invece ha preferito far tesoro di quell’esperienza e dar vita ad una associazione culturale, chi è partito per studi, insomma, ognuno ha lasciato qualcosa ed ottenuto altrettanto.
Finita la mia esperienza decisi di fondare i Giovani Democratici a Noci, con un altro gruppo di ragazzi, ed era la sfida più grande: poter finalmente dare il mio contributo in modo netto alla mia città, lì dove crescendo ho imparato a conoscere i luoghi, le tradizioni e la gente. Pareva un sogno, ma finalmente dopo tanti sacrifici i Giovani Democratici a Noci possono camminare a testa alta, per il grande valore che oggi quel gruppo rappresenta, per le battaglie fatte sia dentro che fuori dal Partito Democratico, un gruppo in crescita esponenziale che non si è mai tirato indietro su nulla e che sicuramente continuerà ad essere incisivo sul territorio.
Ho sempre avuto una concezione del mio impegno, che andasse oltre i formalismi e credo di poter parlare a nome di tanti altri che come me vedono nella Politica la voglia di riscatto e di amore verso il proprio territorio e il futuro della propria generazione e non: l’esperienza la si coglie sul campo, si cresce non da spettatori, ma neanche da combattenti ciechi e spudoratamente altezzosi. Ascolto, dialogo, ragione ed impegno concreto, sono le formule per poter rimettere in carreggiata una Politica che da di marcio ma che è l’unico mezzo per poter avviare il cambiamento. Perchè, sia ben chiaro, la Politica non è il fine ultimo, ma è solo lo strumento con cui l’uomo riesce, all’interno della collettività, a costruire progetti comuni, di comune interesse e necessità. Forse sarà per questo che i miei valori mi portano ad avere nel mio Pantheon personale, Sandro Pertini, VII Presidente della Repubblica, di lui mi piace ricordare la frase “la politica deve essere fatta con le mani pulite”, e Bob Kennedy, uomo politico che riuscì ad essere più vicino alla gente e ai loro problemi della gente stessa, per non parlare del simbolo meridionalista che Aldo Moro riesce a raffigurare nella Storia dell’Italia repubblicana e la capacità di saper rivoluzionare con un’idea il mondo tipica di Steve Jobs.
Ecco perchè ho deciso di “rovinarmi la vita”, perchè non ho intenzione di essere spettatore di niente e nessuno. Perchè il “servizio civile”, quale appunto è per me la Politica, è il modo per mettermi a disposizione di chi ho intorno, di chi crede nella partecipazione.
Scusatemi per avervi annoiato.
[da LargoBellavista.it]
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