Influencers, giornalisti e blogger volutamente ‘disattenti’ stanno scrivendo che il Pd avrebbe finanziato con 223 milioni le scuole private per i figli delle famiglie ricche. Eppure è vero il contrario: quei soldi finanziano anche i Comuni per tenere aperti i servizi per l’infanzia
Questo che sto per raccontare è un esempio da manuale. In rete gira una notizia il cui senso può essere riassunto così: il Partito Democratico, in piena crisi economica e con le casse delle scuole vuote, finanzia le scuole private per i figli delle famiglie più ricche.
Provate a leggere questo testo: è uno dei tanti articoli, che ci hanno segnalato, pescati nel web:
Titolo: 223 milioni alle scuole private: l’emendamento del PD
Testo: “Scuole occupate, migliaia di studenti in corteo in tutt’Italia, docenti in mobilitazione. Il mondo della scuola è in movimento, chiede risorse, rilancio della propria funzione sociale e del proprio carattere pubblico, il consenso popolare attorno a queste misure è altissimo. Nonostante ciò il parlamento ha approvato nella notte un emendamento alla legge di stabilità che stanzia 223 milioni di euro per le scuole paritarie: una beffa, che va nella direzione opposta alle proteste di questi giorni.
Il governo aveva dato parere contrario all’emendamento, che è stato presentato dall’onorevole Simonetta Rubinato del Partito Democratico.
Entusiasta la parlamentare democratica ha dichiarato: “i relatori hanno accolto il mio suggerimento di far escludere questa somma dal patto di stabilità, trovando copertura nel fondo per la compensazione degli effetti finanziari, rendendola così effettivamente erogabile. E il governo è stato battuto. Una battaglia vinta a favore delle famiglie e in particolare della rete delle scuole paritarie che fa risparmiare allo Stato ogni anno, solo in Veneto, 500 milioni di euro”.
Nel frattempo a Roma continua l’occupazione dello studentato di via De Lollis, dato che nel Lazio come nel resto d’Italia mancano le risorse per le borse di studio e gli alloggi per chi ne ha bisogno”.
Chi legge, ha la conferma definitiva: il Pd finanzia le scuole private. Ma è vero? Come si manipola l’informazione in rete? A volte basta poco, perché se è vero che il web-journalism è democratico e permette a tutti di essere partecipi del dibattito, di condurre un giornalismo d’inchiesta a volte molto più ficcante del giornalismo professionista, è anche vero che la manipolazione e la falsificazione dell’informazione è molto più facile. Controlli inesistenti, verifica delle fonti inesistente, conoscenza della deontologia professionale inesistente, e al tempo stesso sicurezza di farla franca qualsiasi notizia falsa o diffamante si scriva.
Quel testo è un falso, perché omette consapevolmente di scrivere una frase che spiegherebbe tutto: “scuole 3-6 anni”. Eppure non scrive falsità, perché usa i giusti termini. Ad esempio scrive “scuole”, ma omette di spiegare che non sono le scuole 6-16 anni anni, ma scuole 3-6 anni. Scrive “paritarie”, ma omette di spiegare cosa si intenda per scuole paritarie. E alla fine l’informazione è fuorviante.
Infatti, il finanziamento votato non riguarda il percorso dell’obbligo scolastico, bensì le scuole dell’infanzia 3-6 anni. Perché per la legge italiana sono ‘scuole’ anche quelle e sono definite ‘paritarie’ tutte le scuole non statali, e quindi anche le scuole comunali; ma questo l’assai poco onesto articolista non lo scrive, non lo spiega, generando così il dubbio, anzi la certezza che quei soldi saranno destinati alle scuole private.
Invece, la realtà è che quel finanziamento consentirà ai Comuni italiani di tenere aperti servizi educativi indispensabili. Senza quell’emendamento, senza quella restituzioni di soldi agli enti locali, il 40% dei bambini dai 3 ai 6 anni il prossimo anno sarebbe rimasto a casa.
Spiega Francesca Puglisi, responsabile Scuola della segreteria nazionale PD:“La legge di parità è stata votata da tutto il centrosinistra di governo, dai Comunisti italiani all’Udeur. E’ stata emanata perché in precedenza i fondi alle scuole private venivano erogati senza alcun criterio preordinato.
Ora possono ricevere fondi dallo Stato solo le scuole che svolgono una funzione di pubblica utilità .
La gran parte di quei 223 milioni di euro (quasi il 90%) sono utilizzati dal sistema integrato delle scuole dell’infanzia, per garantire a tutti i bambini e le bambine di età compresa tra 3 e 6 anni un posto a scuola. Per la legge di parità, sono paritarie anche le scuole comunali dell’infanzia. Senza quei fondi, dopo i drammatici tagli ai bilanci degli enti locali, dovremmo chiudere le scuole dell’infanzia, lasciando a casa migliaia di bambini e bambine”.
Del resto basta aprire il sito di Simoetta Rubinato per accorgersi che nel testo giornalistico manca la cosa fondamentale: la spiegazione che quei soldi serviranno ai Comuni per tenere aperti asili e scuole materne.
“Nei giorni scorsi – spiega Simonetta Rubinato sul suo sito- avevo denunciato con forza in Commissione che per come era scritto il comma 17 dell’art. 8 le somme stanziate non erano utilizzabili mettendo a rischio la continuità del servizio pubblico erogato dalle scuole paritarie. Supportata dal parere del Servizio Studi della Camera e dal sostegno bipartisan dei colleghi che si sono uniti alla mia battaglia, avevo ottenuto l’impegno del sottosegretario Gianfranco Polillo a trovare una soluzione alternativa”.
Ma la soluzione prospettata nella notte dal Governo non ha convinto l’on. Rubinato: “Iscrivere i 223 milioni nel capitolo del Miur coprendoli con un ulteriore inasprimento del patto di stabilità alle Regioni, che già subiscono nel 2013 un taglio di 2 miliardi di euro, era inaccettabile. Per questo i relatori hanno accolto il mio suggerimento di far escludere questa somma dal Patto di stabilità delle Regioni, trovando copertura nel Fondo per la compensazione degli effetti finanziari, rendendola così effettivamente erogabile. E il Governo è stato battuto“.
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