16 anni per impegnarsi. 18 anni per i diritti.

Per la prima volta nella storia delle Primarie italiane i ragazzi dai 16 ai 18 anni non potranno votare; non è previsto il voto dei democratici all’estero; si raddoppia il costo del contributo (da uno a due euro); la preregistrazione per il ballottaggio deve avvenire entro il giorno prima del voto, non si può effettuare on line e, assurdità delle assurdità, deve avvenire in un luogo differente da quello in cui si vota.*

Non far votare i 16enni è un colpo basso. Significa considerare i ragazzi come soggetti di seconda e forse terza importanza. Nei Giovani Democratici sono tantissimi i ragazzi che grazie a questo regalmento saranno esclusi. Dovrebbe essere un onore avere tra le proprie fila ragazzi sotto la maggiore età che si impegnano in politica e per obiettivi comuni, “dovrebbe”, perché da quanto emerso nelle ultime ore, il regolamento per le Primarie del centrosinistra non garantisce, ai 16enni, il diritto al voto. Le regole le si fanno insieme. Non una sola parte di un gruppo che ha deciso di confrontarsi. Le regole base devono essere le stesse utilizzate nel 2009 per l’elezione del segretario del PD. Se non verrà trovata una soluzione e ripristinato questo diritto, vorrei che i Giovani Democratici organizzino delle “Primarie dei Giovani“, dove chi è stato escluso possa esprimere comunque il suo giudizio e la sua scelta, in modo totalmente gratuito. Parlando delle 2€ da consegnare durante il voto, vorrei che almeno gli studenti fino a 22 anni siano esentati da questo costo, per incentivare i giovani a partecipare.

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