Se nel XX Secolo la concorrenza era basata su prodotti di uso quotidiano, come indumenti, farmaci e strumenti tecnologici di prima necessità – basti osservare il notevole passo in avanti che hanno fatto i telefoni cellulari, mentre ora il mercato e le iniziative commerciali, sono state dirottate su un diverso piano strategico, fagocitato da un differente modo di produrre e di pensare il prodotto.
Nel XXI Secolo, invece, la concorrenza non passa più tra i noiosi scaffali dei negozi o nel nostro guardaroba, ma sul nuovo mondo, dove ormai tutto è codici ed informazioni: internet.
Nel 2004 nasce una rete di social network, a dargli vita è uno studente dell’Università di Harvard, di soli 19 anni. In 7 anni di attività, il sito, che ti aiuta a connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita, ha incrementato, in milione in milione, i suoi iscritti, passando da un piccolo spazio di condivisione tra studenti dell’università ad essere il social network più utilizzato del mondo, toccando quota 600.000.000 di profili sul proprio database.
Ma cosa rende Facebook e la filosofia che accompagna questo progetto, così allettante? Oltre alla fama internazionale, anche il “modico” fatturato di 1.1 miliardi di dollari, raddoppiatosi in soli 2 anni (nel 2009 era di 550 milioni $).
Dal lancio di questa piattaforma, altre sono state lanciate, risultando a volte dei flop, altre capaci di saper cogliere quel senso di originalità, indispensabile, per poter tirare avanti e crescere passo dopo passo.
“Social Network non si nasce, si diventa”, palesemente è questa la legge del più forte: se riesci a garantire svago, ma allo stesso tempo utilità, proiettando l’utente ad esprimersi e realizzarsi su un determinato campo, vuol dire che hai raggiunto l’obiettivo principale di una rete sociale.
Da un po’ di tempo a questa parte, Google ha posizionato nella rete un suo nuovo social network, da perfetta concorrenza al colosso di mamma Zuckerberg: “Google +”, lasciando un po’ spiazzati coloro che, visitandolo, leggono “cerchia” anziché “amici”, non hanno tante possibilità di svago, come giochi o altre particolari funzionalità riconducibili al mondo di Facebook.
Ciò che importa è che tutti questi siti, una cosa buona l’hanno fatta sul serio: hanno contribuito al risveglio della Democrazia nei paesi del Nord Africa e coordinano iniziative popolari contro il potere, sempre più distante dal volere dei cittadini.
In futuro le guerre si faranno tra social network
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