Ieri sono stato ospite di una conferenza pubblica, organizzata dal PD di Gravina in Puglia, sulle politiche giovanili e sullo sport. Ho parlato di Wi-Fi e di come le nuove tecnologie potrebbero dar vita ad un nuovo modello di sviluppo per i comuni. Il Wi-Fi è sinonimo di un cambiamento involontario, dovuto alla presenza massiccia di persone e di informazioni nel Web. I cavi sono ormai un optional ma non per questo bisogna arrendersi all’idea di vedere l’Italia cambiare le infrastrutture, a partire dalle connessioni. Internet, oggi, necessita di accessibilità universale e soprattutto di efficienza: basti pensare alla grande capacità che la fibra ottica ha di introdurre, nelle case degli italiani, una connessione veloce, efficiente e senza problemi di collegamento. Peccato, però, che nel nostro Paese, il Governo abbia deciso di dirottare 30 milioni di euro dallo sviluppo della banda larga (dei 100 destinati inizialmente) al digitale terrestre, attraverso un maxiemendamento al Decreto Milleproroghe. Sarebbe interessante scoprire le giustificazioni che gli autori di un gesto ignobile, contro lo sviluppo tecnologico in Italia, darebbero a tal proposito. Ma sull’internet “senza fili” c’è chi ci campa e fa propaganda, come il ministro su misura, Brunetta, il quale dichiara di voler inserire il Wi-Fi nelle scuole entro il 2012: ora, mettere il wi-fi nelle scuole è forse una delle priorità nello sviluppo di queste tecnologie, perchè è giusto avviare un nuovo modo di insegnamento e di apprendimento attraverso le nuove tecnologie, ma è anche vero che le scuole sono in pessime condizioni, dal punto di vista tecnologico e quindi è improbabile al 99% che ci possa essere un minimo passo in avanti in questo campo, ma del resto, la scuola non sfrutterebbe il Wi-Fi, perchè incapace di gestire la situazione con gli studenti, non concedendo ai ragazzi la possibilità di usufruire della rete (anche perchè nei compiti in classe accadrebbe di tutto), anche per una insufficienza di strumenti necessari per poter collegarsi al web tramite i nuovi router.
I comuni devono essere i primi a sviluppare tecnologie di questo tipo, dando una possibilità in più allo sviluppo economico-sociale dei propri cittadini, perchè installare una rete Wi-Fi pubblica, significa gestire il settore dell’advertising e della comunicazione, garantire un servizio efficiente di informazione a livello comunale, mettere in diretto contatto istituzioni e cittadini in giro per le strade della città. Volete degli esempi? Internet gratis per delle vie piene di negozi significherebbe, da parte di questi, poter fare pubblicità e inserire offerte in tempo reale, così da attirare gente e far girare l’economia. Wi-Fi pubblico nelle strade e nelle piazze di una città? Se c’è un problema, il comune potrebbe inserire sul sito del comune un settore reclami o uno sportello informativo online diretto, dove il cittadino che è per strada può inviare informazioni dettagliate sul problema. Oltre questi piccolissimi suggerimenti c’è il crescente numero di utenti di internet e soprattutto l’aumento di lettori di e-newspaper, ovvero i quotidiani “stampati” su file e acquistabili ad una cifra dimezzata, rispetto al costo tradizionale.
Lo sviluppo è importante, le politiche giovanili parlano per natura di questo argomento, ecco perchè è importante comporre, quanto prima possibile, un’agenda digitale per l’Italia, da sviscerare e mettere in atto in ogni singolo pezzo di questa Penisola.
Un esempio di politica giovanile
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