Più passa il tempo e più mi rendo conto dell’ingente danno che l’ozio sta recando all’intera umanità. L’uomo (in senso generico, chiamatelo anche “essere umano”) quando decide di comprare casa e progetta la logistica, la prima cosa a cui pensa è il divano. Si proprio il divano. Il dolce sofà è sinonimo di informazione, nel nostro Paese. Peccato però, che di fronte ad esso ci sia il maledettissimo schermo televisivo.
Un insieme di insignificanti gestori dell’audience hanno scavalcato il senso del pudore e si sono impregnati di una vergogna assordante, capace di gettare fango su tutto, anche sull’intoccabile sacralità di una vita perduta o di una forte sofferenza provocata dalla perdita del lavoro.
Ecco cosa è la televisione oggi. Ecco cosa mi spinge a dover scrivere, ogni tanto, un articolo su questo immenso orrore. Parlo di TV e, senza nessun giro di parole, mi viene in mente la storia di Sara Scazzi, di Yara Gambirasio e delle due gemelline scomparse. Quanto fango è stato gettato sui loro volti e quanto ancora ne verrà versato? Tanto.
Ciò che rinvigorisce la televisione è senza dubbio la pigrizia, l’ozio, come già citato prima. Il non voler leggere, il non voler comprare un giornale, comporta solo una demolizione dell’autosufficienza, della capacità di poter attingere informazioni da diverse fonti, libere e senza una pressione da parte di ambienti politici e sociali. Esempio ne è un blog, un sito di informazione o una webTV (da non confondere con lo streaming dei programmi tv tradizionali).
Noi dobbiamo riprendere a leggere, ad essere autonomi e vispi sul piano culturale e di ricerca del vero. Se riusciremo nel nostro intento, non ho dubbi sul poter parlare e discutere di vero cambiamento.
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