La svolta è nel senso civico. I partiti hanno perso il vero senso della politica. Al tempo dei nostri padri costituenti non si è mai pensato ad una situazione di questo genere. La casta si ingrandisce ogni giorno di più. A fare la differenza sono solo i comuni cittadini, mentre i finti eletti parlano di immunità e di leggi ad personam, mentre il Paese è allo scatafascio. La prossima invenzione del Parlamento sarà costituire una Commissione Affari Berlusconiani, presidente: On. Cicchitto. Una volta, la “gerarchia” del potere era basata su un principio di rappresentanza: il politico partiva dall’amministrazione locale, passando per quella provinciale e/o regionale, per poi passare al Parlamento, sempre se fosse riuscito a far valere i proprio ideali e si fosse dimostrato un politico capace di saper gestire gli interessi del territorio. Le liste per le politiche, come ben noto, sono a livello regionale, i coordinatori regionali, in accordo con la direzione nazionale del partito, “scelgono” i propri candidati. Una vergogna, perchè vedere politici “odiati” dalla base del proprio partito, essere tra i primi nella lista, mi fa vomitare. Se ci fosse una legge elettorale diversa, a quest’ora non ci sarebbero il 75% delle persone che oggi compongono il Parlamento.
La politica nel locale sta perdendo significato. Gli amministratori perdono tempo nel spartirsi le poltrone, nel capire se è meglio una pista ciclabile rossa o gialla, rimpasti mensili della giunta, insomma, i Comuni hanno perso la bussola. Non tutti, purtroppo c’è da dire questo: la destra, nelle amministrazioni comunali, non riesce a guadagnare quella marcia in più, quel mattone in più fondamentale, capace di poter sbloccare la macchina amministrativa e avviare la risoluzione dei problemi.
Ho assistito al Consiglio Comunale del mio paese, non ho mai visto una cosa del genere: 3/4 d’ora a discutere se era giusto avere 10 minuti di sospensione del Consiglio oppure no e poi, come se non bastasse, vedere consiglieri comunali che giravano per la sala consiliare o parlavano al telefono, lasciandolo prima squillare per un bel po’.
Ecco perchè nasce “Parla con me”. Significa dare un senso alle nostre idee e ai nostri principi. Se tutto ciò che facciamo rispecchia il nostro essere e se siamo quello che diciamo di voler essere, allora non possiamo rimanere con le mani in mano.
Scendiamo in piazza, prendiamo un gazebo, un tavolino e delle sedie e aspettiamo, aspettiamo che i cittadini sentano la voglia di parlare dei loro problemi, di segnalarci che sotto casa loro c’è qualcosa che non va. La politica non va dai cittadini? Nessun problema, saranno i cittadini ad andare dalla politica. Alla fine della giornata, che può anche ripetersi più di una volta, con tutti i dati raccolti, tutte le segnalazioni saranno parte principale del report che verrà preparato e consegnato all’amministrazione comunale delle propria città.
Questa è una sfida, fatta da cittadini ai cittadini. Riprendiamoci il ruolo da protagonisti, facciamolo subito.
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