Se in sole tre settimane di vita, siamo riusciti a portare 250 ragazzi circa in Piazza Umberto I a Bari, vuol dire che qualcosa di buono la stiamo facendo. Abbiamo partecipato con convinzione e con la speranza di essere intesi come forza rinnovatrice di un mondo immerso dalla disdicevole mancanza di fiducia, tra i ragazzi e soprattutto tra le diverse organizzazioni giovanili e studentesche. Nei giorni scorsi, abbiamo discusso su come improntare il nostro impegno all’interno della manifestazione. Abbiamo cercato di mediare e di trovarci faccia a faccia con le altre organizzazioni, perchè prima di tutto, per noi è importante il dialogo. Un dialogo ormai simbolo di una generazione passata e strumento ormai accantonato, mai più rispolverato, dalle nuove generazioni. La manifestazione di oggi ha riguardato anche i trasporti, l’edilizia scolastica e la legge regionale sul diritto allo studio, argomenti importanti che dovrebbero interessare tutte le parti presenti al corteo. Arrivati alla Regione Puglia non abbiamo ricevuto notizie, come organizzazione, se Introna, Vendola o chi per loro hanno ricevuto degli studenti per discutere di SCUOLA e di DIRITTO ALLO STUDIO, fatto sta, che siamo stati tagliati fuori da qualsiasi cosa.
Il concetto di democrazia è ormai distorto tra i giovani studenti. Organizzazioni politiche, oggi, hanno strumentalizzato la manifestazione, hanno reso un avvenimento che riguardava gli studenti, come un palco di bandiere, simboli e prevaricazioni. Riusciremo ad essere liberi e privi di strumentalizzazioni politiche e sindacali? La scuola è fatta da studenti e non da organizzazioni. Non confondiamo il numero con l’importanza, ricordiamoci che le ragazze e i ragazzi partecipano all’evento di protesta senza un simbolo, ma con la speranza di una scuola diversa e soprattutto migliore.
Il portavoce generale
Davide Montanaro
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